Osteoporosi, l’80% delle donne over 65 a rischio
Secondo un recente studio condotto su moltissime donne, l'80% delle over 65 sarebbe a rischio osteoporosi. Dati davvero molto preoccupanti per la diffusione di questa malattia molto comune soprattutto nel genere femminile.
La Fondazione per l’Osteoporosi, in collaborazione con la Città della Scienza e della Salute, ha condotto a livello internazionale una ricerca sulla diffusione dell’osteoporosi, che poi è stata presentata ufficialmente a Torino: si tratta di uno studio che ha voluto indagare sull’impatto che questa malattia invalidante ha sulla popolazione.
I dati parlano chiaro: l’80 per cento delle donne over 65 è a rischio osteoporosi (il 33% è colpito da osteoporosi e il 47% da osteopenia, mentre il 17% ha subito una frattura non traumatica). L’incidenza sulla popolazione femminile è davvero impressionante: in Italia circa 18mila pazienti ogni anno diventano disabili per fratture al femore causate dall’osteoporosi e queste fratture sono destinate ad aumentare.
Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista “Calcified Tissue International”, testimonia quella che viene definita come una pandemia sileziosa, che colpisce moltissime donne e che ha un alto costo sanitario, oltre che un impatto notevole sulla società.
Claudia Matta, presidente della Fondazione per l’Osteoporosi Piemonte, commenta così i dati:
Il dato che emerge è sorprendente, soprattutto perché rivela con certezza che molte donne non sono consapevoli di essere a rischio. La sensibilizzazione sulla malattia è quindi fondamentale. È questa la mission della nostra Fondazione: fare informazione per richiamare l’attenzione sulla malattia e stimolare la prevenzione precoce. L’osteoporosi ha infatti un’enorme rilevanza sociale ed economica, perché comporta un alto rischio di fratture che, tra gli anziani, sono tra le maggiori cause di mortalità. Inoltre, il 50% delle persone con frattura di femore subisce una forte riduzione della propria autosufficienza e, in circa il 20% dei casi, richiede un’ospedalizzazione a lungo termine, con oneri economici per il sistema sanitario. E non sono solo le donne a esserne colpite.
Prevenzione e cure efficaci sembrano essere la risposta da dare nell’immediato, per cercare di ridurre l’incidenza e anche i costi per la sanità e per la popolazione.
Foto | da Pinterest di clinical posters