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Psicologia, così il multitasking danneggia il nostro cervello

Vi è mai capitato di pensare che … la tecnologia moderna faccia proprio male al cervello?

Psicologia, così il multitasking danneggia il nostro cervello

Rieccoci anche questo venerdì con il nostro consueto appuntamento con … la mente! Oggi vogliamo parlare di multitasking. Si dice che questo ormai famigerato “multitasking” sia più spiccato nelle donne che negli uomini, ma a prescindere da quante cose siamo capaci di fare nello stesso istante, è chiaro che tutti (nessuno escluso) facciamo ormai più cose praticamente nello stesso tempo. Mandiamo sms, sbirciamo cosa stanno trasmettendo in televisione, controlliamo le email, leggiamo le news dal nostro tablet, e magari nel frattempo stiamo anche ascoltando della musica.

Forse le “attività” elencate sono un tantino troppe, ma io per prima, la sera a letto, mi ritrovo a controllare le email mentre guardo la televisione, e mentre magari chiacchiero con il mio fidanzato! Insomma, a conti fatti ormai siamo tutti un po’ multitasking. Ma tutto questo “sovraccarico” di informazioni e azioni farà bene al nostro cervello?

La risposta sembra ovvia. Fare tante cose allo stesso tempo non fa esattamente bene al nostro cervello, che si ritrova ad essere certamente molto più impegnato al giorno d’oggi, rispetto a quanto non lo fosse magari 20 o 30 anni fa. Trent’anni fa, come ricorda giustamente il neuroscienziato Daniel J. Levitin, che ha analizzato appunto la questione del multitasking e dei suoi effetti sulla nostra salute, molte faccende che sbrighiamo oggi normalmente venivano svolte da altre persone.

Gli agenti di viaggio organizzavano le nostre vacanze, i venditori ci aiutavano a trovare quello che cercavamo nei negozi, e così via. Adesso le cose sono cambiate. Siamo nell’era di internet e degli smartphone, un’era in cui praticamente svolgiamo mille lavori diversi, cercando anche di tenere il passo con la nostra vita, i nostri figli e genitori, gli amici, il lavoro, gli hobby (che finiscono sempre più per rimanere relegati in un angolo polveroso della nostra memoria), e quant’altro.

Come se tutto ciò non bastasse, al giorno d’oggi (complici anche tablet e smartphone) veniamo più che mai bombardati da news, informazioni e fatti che il nostro cervello deve identificare e catalogare, per comprendere se e cosa sia effettivamente importante o meno, e cosa debba essere ricordato.

Ma quindi il multitasking che effetti ha sul cervello?

Ma tornando alla nostra iniziale domanda: tutto questo “multitasking” che effetto avrà sul nostro cervello? A fugare i nostri dubbi ci avrebbe pensato Earl Miller, neuroscienziato del MIT, secondo cui la tendenza a svolgere più attività in rapida sequenza comporterebbe un costo a livello cognitivo.

Anche se pensiamo di stare facendo molte cose, ironia della sorte, il multitasking ci rende in realtà palesemente meno efficienti

spiega infatti l’esperto.

Come se tutto ciò non bastasse, il tanto acclamato multitasking farebbe anche innalzare i livelli del cortisolo e dell’adrenalina, provocando così un vero e proprio annebbiamento del cervello, che si sentirà iper-stimolato e super-stressato.

Anche Glenn Wilson, professore di psicologia presso il Gresham College di Londra, è dello stesso parere. Per l’esattezza, lo studioso avrebbe constatato che in una situazione in cui si sta cercando di concentrarsi per svolgere un compito, una e-mail non letta che aspetta nella posta in arrivo sarebbe in grado di ridurre il QI effettivo di 10 punti, con conseguenze paragonabili a quelle che si registrano nei fumatori di marijuana!

Ma le sorprese non finiscono qui! Secondo gli esperti, sembrerebbe infatti che il multitasking abbia un costo anche dal punto di vista metabolico. Chiedere al cervello di spostare l’attenzione da un’attività all’altra fa si che la corteccia prefrontale e lo corpo striato brucino più glucosio ossigenato, lo stesso combustibile di cui hanno bisogno per essere attivi e concentrati sui compiti. Questo ci porta a sentirci più facilmente esausti e disorientati.

A renderci più stanchi è poi anche il continuo processo decisionale al quale siamo chiamati sistematicamente. Quando riceviamo un sms, una email, una notifica su Facebook o Twitter, o quant’altro, il nostro cervello è chiamato a decidere se aprire o no quel messaggio, se leggerlo e se è necessario rispondere subito o meno. Nella maggior parte dei casi si tende a rispondere subito, ma anche questo processo provoca un sovraccarico al nostro cervello, con conseguente stress ed ansia.

Un tempo le cose erano indubbiamente diverse. Se il telefono di casa squillava non eravamo tenuti a rispondere. In fin dei conti, potevamo anche non essere in casa. Un tempo non esistevano gli sms, nè tantomeno whatsapp o Facebook (e vari altri social network) con le spunte che notificano se abbiamo letto o meno il messaggio. Se arrivava una lettera non ci si aspettava che rispondessimo immediatamente, e avevamo tutto il tempo per riflettere e decidere se e come rispondere.

I progressi fatti nel mondo della tecnologia hanno come sempre dei pro e dei contro.

Personalmente trovo più rassicurante l’idea di una vita più “distaccata”, senza la frenesia di dover rispondere subito, esserci sempre e a tutti i costi, e senza la sensazione di essere “strani” se si seglie di non essere “social” come tutte le altre persone, ma – come abbiamo detto – esistono anche degli aspetti positivi. Le notizie provenienti praticamente da ogni parte del mondo arrivano in maniera rapidissima nelle nostre case, conosciamo meglio cosa accade nel mondo che ci circonda, e se abbiamo bisogno di contattare una persona non dobbiamo aspettare giorni e giorni prima che questa risponda a una nostra lettera.

Certo, se è vero che il multitasking danneggia il cervello, se è vero che aumenta in noi la sensazione di ansia e stress, se è vero che ci porta a non riuscire più a concentrarci davvero, ma che al contrario ci fa distrarre più facilmente e ci rende più stanchi, allora sarebbe davvero il caso di correre ai ripari. La soluzione non è quella di gettare cellulare, computer e tablet dalla finestra, ma semplicemente quella di imparare a “darsi una regolata”.

Se state parlando con il vostro partner e vi arriva un messaggio, non è necessario leggerlo subito. Se state lavorando, non sarà necessario avere cellulare e tablet a portata di mano, pronti a distrarvi (con notifiche, email, news su Facebook e chi più ne ha più ne metta) alla prima occasione! In fin dei conti… basta semplicemente provare a fare le cose “una per volta”, di certo potremmo essere molto più serene e meno stressate, voi cosa ne pensate?

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via | Theguardian.com

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