Guardare programmi sulla natura in TV può aumentare il benessere

Guardare in tv programmi, documentari e film sulla natura può aumentare il nosto benessere. E’ quanto affermato da una ricerca effettuata dall’Università di Exeter e pubblicata sul Journal of Environmental Psychology. In base allo studio portato avanti dai ricercatori, difatti, si è arrivati alla conclusione che guardare la natura, anche se solo attraverso uno schermo tecnologico, diminuirebbe i sentimenti negativi quali noia e tristezza ed aumenterebbe quelli positivi.

I risultati della ricerca

La ricerca è stata effettuata su un campione di soggetti ai quali è stato proposto di guardare un noioso servizio riguardante un uomo che parla del suo lavoro. Dopo avere, così, provocato noia nei partecipanti, i ricercatori si sono premurati di far vedere loro scene di una barriera corallina sottomarina proiettate su tre diversi tipi di schermo (TV e due visori VR). Il risultato? Tutti e tre i metodi di visualizzazione di immagini riguardanti la natura hanno provocato nei soggetti sensazioni positive.

Se guardare la natura in Tv può provocare tali reazioni, i ricercatori sono giunti alla conclusione che ciò potrebbe essere sfruttato per sollevare l’umore di chi sia costretto a trascorrere lunghi periodi a casa (quello al quale ci ha costretto il Covid è solo un esempio). Come dichiarato da Nicky Yeo, a capo dello studio:

“I nostri risultati mostrano che semplicemente guardare la natura in TV può aiutare a sollevare l’umore delle persone e combattere la noia. Con le persone in tutto il mondo che devono affrontare un accesso limitato agli ambienti esterni a causa delle quarantene di COVID-19, questo studio suggerisce che i programmi sulla natura potrebbero offrire un modo accessibile per popolazioni di beneficiare di una “dose” di natura digitale “.

Che sia l’occasione giusta per riscoprire nella televisione una sorta di potere terapeutico? Ciò che è certo è che, anche attraverso uno schermo, la natura apporta grandi benefici al nostro umore. Sfruttiamo la tecnologia per farne una scorta “digitale”.

Via | ScienceDaily

Photo | Pixabay