Coronavirus, nebbia cognitiva: cos’è e come si manifesta
Coronavirus nebbia cognitiva: ecco di cosa si tratta e quali sono i sintomi del disturbo che colpisce i pazienti guariti dal Covid-19
Cos’è la nebbia cognitiva da Coronavirus? E quali sono i pazienti che rischiano maggiormente questo particolare effetto del Covid-19? Le domande in merito a coronavirus, nebbia cognitiva e altri sintomi post-guarigione sono molte, e gli scienziati stanno lavorando per trovare le risposte e – soprattutto – per identificare i trattamenti e i percorsi di riabilitazione più efficaci. Studi recenti hanno confermato che dopo la guarigione un paziente su 20 presenta conseguenze più o meno gravi che coinvolgono il cervello.
Stiamo parlando della cosiddetta “nebbia cognitiva”, una condizione che molti pazienti guariti dal Covid manifestano con sintomi come:
- Vuoti di memoria
- Mancanza di lucidità
- Stanchezza cronica
- Sensazione di spaesamento
- Incapacità di svolgere azioni molto semplici (come andare a fare la spesa ad esempio)
- Mente offuscata
- Difficoltà di concentrazione
- Stanchezza mentale.
Questi sono solo alcuni dei disturbi manifestati da un terzo dei pazienti sopravvissuti al Covid-19. Irrilevante sembra essere la gravità dei sintomi della malattia, e lo stesso vale per l’età dei pazienti. La nebbia cognitiva non colpisce solamente gli anziani, ma anzi, sembra interessare maggiormente le persone tra i 18 e i 49 anni.
Spesso, per affrontare il problema si rende necessario uno stretto monitoraggio medico e il lavoro di molti specialisti, per intraprendere un percorso riabilitativo efficace.
Coronavirus nebbia cognitiva: quali sono le cause?
Ad approfondire l’argomento è la biologa e divulgatrice Barbara Gallavotti, che in un’intervista rilasciata a Repubblica spiega che all’inizio della pandemia questo sintomo è stato piuttosto trascurato, e ciò è accaduto per diversi motivi:
Innanzitutto perché è tipico anche di persone che hanno la malattia in forma non grave, e che quindi non sono andate dal medico e si sono detti, semplicemente, “Beh, passerà”. E in seconda battuta perché siccome ammalarsi di Covid è un evento stressante, puoi pensare che ci sia comunque anche una forma di esaurimento psicologico. Però che tante persone denuncino le stesse anomalie non può essere un caso. E l’altra cosa che loro denunciano, inoltre, è la difficoltà a essere prese sul serio. Si sentono abbandonati.
Ricercatori di tutto il mondo stanno ora cercando di identificarne le cause dei sintomi mentali del Covid nei pazienti guariti dal Coronavirus Sars-CoV-2. Gli esperti spiegano che i disturbi possono protrarsi anche per mesi, e stanno già avanzando delle ipotesi in merito alle possibili cause.
Fra queste si ipotizza che il virus attacchi direttamente le cellule del sistema nervoso. Anche una risposta del sistema immunitario (le molecole infiammatorie rilasciate dal sistema immunitario per combattere la malattia potrebbero trasformarsi in tossine nocive anche per il cervello) potrebbe essere alla base del disturbo, o un’infiammazione dei vasi sanguigni che potrebbe innescare lo sviluppo dei sintomi neurologici nei pazienti.
via | Il Messaggero, Repubblica
Foto di StockSnap da Pixabay
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