Vaccino Covid, chi è stato contagiato negli ultimi 6 mesi quando lo può fare?
Secondo l'OMS bisognerebbe aspettare a fare il vaccino Covid chi è rimasto contagiato dal virus negli ultimi 6 mesi.
Chi è stato contagiato negli ultimi sei mesi dal virus Sars-Cov-2 può fare il vaccino Covid? In caso di risposta negativa, quanto deve aspettare prima di poter accedere alla campagna di vaccinazione di massa già iniziata in tutto il mondo? A questa domanda risponde l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che stabilisce le linee guida in merito alla somministrazione del vaccino in chi è già risultato, nel passato più recente, positivo all’infezione da Covid-19.
Secondo il Gruppo strategico di esperti (Sage) dell’OMS, avendo a disposizione poche scorte di vaccini anti Covid si può ritardare la vaccinazione di chi è risultato positivo, in seguito a tampone molecolare, negli ultimi sei mesi. Gli esperti lo hanno consigliato nel documento in cui hanno evidenziato una serie di consigli preliminari destinati all’uso del vaccino Moderna.
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Vaccino Covid, i consigli degli esperti
Gli esperti del Sage consiglia di offrire la vaccinazione a prescindere dal fatto di aver già contratto il virus, sia in forma sintomatica sia in forma asintomatica. Una reinfezione sintomatica entro i 6 mesi dalla prima, però, è un evento decisamente raro. Quindi, viste le scorte limitate di vaccini, le persone con Pcr positiva nei 6 mesi precedenti possono scegliere se farsi vaccinare o se aspettare che siano trascorsi sei mesi.
Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda inoltre la vaccinazione anti-Covid per i viaggiatori, a meno che non siano appartenenti a gruppi fortemente a rischio. In questo periodo in cui le scorte scarseggiano, meglio riservare i vaccini ai viaggiatori internazionali che ne hanno reale bisogno.
Sempre il Gruppo strategico di esperti (Sage) nei giorni scorsi ha sconsigliato di somministrare il vaccino Moderna contro l’infezione da Covid-19 alle donne incinte. Eccezione nel caso in cui i benefici dell’immunizzazione superino i potenziali rischi, quindi la decisione potrebbe essere differente per le operatrici sanitarie o le donne affette da patologie che potrebbero innescare forme gravi di malattia.
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Via | Adnkronos