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Covid in Cina, adesso scendono in campo i tamponi anali per chi è ad alto rischio

Covid in Cina: il Paese utilizza i tamponi anali per testare chi è ad alto rischio, ma cosa accadrà in Europa? La risposta dagli esperti

Covid in Cina, adesso scendono in campo i tamponi anali per chi è ad alto rischio

Contro la lotta al Covid, in Cina adesso scende in campo anche il tampone anale. La notizia, che ha suscitato molta ironia sul web, arriva direttamente dall’emittente televisiva statale China Central Television, secondo cui le istituzioni non intendono tuttavia impiegare questo genere di test su larga scala, ma piuttosto per i casi di alto rischio di contagio da Coronavirus. Ma perché ricorrere proprio ai tamponi anali per il coronavirus?

Presto detto. Gli esperti fanno sapere che le tracce del virus rimangono per più tempo nel canale rettale rispetto a quanto non avvenga per il sistema respiratorio. Ciò significa che, attraverso dei test di questo tipo, è possibile “aumentare il tasso di rilevamento delle persone contagiate”, come spiega il personale dello Youan Hospital di Pechino.

Tamponi anali in Cina per individuare il Covid

E proprio a Pechino questa metodologia è stata impiegata pochi giorni fa per individuare i soggetti contagiati dal coronavirus. Come dicevamo, pare che le autorità sanitarie intendano utilizzare i tamponi Covid per via rettale solamente nei casi più “a rischio”, poiché tali test sarebbero considerati “sconvenienti”.

Sui social la reazione alla notizia è stata piuttosto colorita. A chi ha commentato con ironia questa novità si contrappongono coloro che hanno reagito con un comprensibile senso di repulsione. Purtroppo la situazione attuale non è semplice da fronteggiare. In Cina, nelle aree in cui si è registrato un aumento dei contagi, le autorità stanno agendo con il pugno di ferro per arginare il rischio di un’ulteriore diffusione del virus.

Tamponi Covid per via rettale anche in Europa?

Ma quella dei tamponi per via rettale è una tecnica che verrà impiegata anche in Europa? A rispondere a questa domanda è stato il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer, il quale ha spiegato che la scelta spetterà agli Stati membri.

L’unica cosa che abbiamo fatto è raccomandare alcuni test esistenti e chiedere un certo livello di coordinamento.

A queste parole si aggiungono quelle del portavoce per la Salute Stefan de Keersmaecker, che spiega che quella di fare i test per il Covid è una competenza che spetta agli Stati.

Abbiamo presentato una proposta di raccomandazione che è ora in Consiglio. Per quanto riguarda gli aspetti scientifici, ci affidiamo molto ai consigli degli scienziati e lasciamo quindi al mondo scientifico valutare qual è il miglior approccio.

Non rimane che attendere ulteriori chiarimenti in proposito.

via | AdnKronos, Agi
Foto di Vesna Harni da Pixabay

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