Fecondazione eterologa, si rischia il blocco delle importazioni di gameti a fine mese
Dopo cinque anni dall’approvazione dell’eterologa, la situazione è ancora complessa e non ci sono stati passi avanti. Anzi, a fine mese si rischia il blocco in molte strutture.
Sono passati 5 anni da quando la fecondazione eterologa è stata legalizzata in Italia, ma dalla fine di aprile rischia di potersi fare in molti centri. Come mai? L’allarme è stato lanciato da Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni e avvocata che con ricorsi ha portato a sentenze che hanno contribuito alla modifica della Legge 40 e autorizzato la pratica della fecondazione eterologa anche nel nostro paese.
“Il ministero della Salute richiede entro il 29 aprile ai centri i certificati di conformità. Molte strutture però non li hanno perché le Regioni gli enti di vigilanza non hanno fatto le ispezioni necessarie per rilasciarli”.
Ha spiegato Gianni Baldini, direttore della fondazione che raccoglie 65 centri pubblici e privati dove si fa la procreazione medicalmente assistita.
“Le normative sulle autorizzazioni per i centri che applicano le tecniche di fecondazione eterologa prevedono il completamento, entro il 29 aprile, delle verifiche che il Centro nazionale trapianti (Cnt) insieme alle Regioni avrebbe dovuto effettuare su tutto il territorio. Ma non tutte le strutture, per problemi organizzativi, hanno ottenuto il via libera. C’è già stata una proroga a questo termine, ma ne serve una seconda, altrimenti sarà bloccata anche l’importazione dei gameti. E i centri che potranno continuare a lavorare saranno molto pochi”.
Ha specificato Filomena Gallo. Mancano dunque le informazioni del trattamento, ma anche le campagne per invogliare le donne a donare. Tutte le eterologhe vengono fatte con ovociti arrivati dall’estero perché in Italia non ci sono donatrici.
“Manca il tariffario sulle prestazioni necessarie per rendere la donazione attuabile: dallo screening alla stimolazione ovatica. Le tariffe mancano per tutta la Procreazione medicalmente assistita e le Regioni fanno del loro meglio per farsi carico della spesa sostenuta, ma certamente la cosa si complica quando si parla di donazione di gameti. Attualmente l’eterologa viene applicata in Italia attraverso l’importazione di ovociti dall’estero, osservando le norme internazionali. Viene applicata senza problemi nei centri privati, anche nel pubblico, ma non in tutte le Regioni, perché ognuna ha percorsi diversi, così spesso le coppie con problemi di infertilità si trovano davanti a molti ostacoli. Manca inoltre la previsione di rimborsi ai donatori, che in altri Paesi non vanno oltre i 1.100 euro, che di certo non significa commercializzare i gameti, cosa che è vietata in tutti i Paesi europei e non solo in Italia”.
Via | Adnkronos