Varianti Covid e distanziamento: un metro e mezzo è sufficiente?
Varianti Covid e distanziamento: la distanza di un metro e mezzo è ancora sufficiente? Ecco cosa spiega l'esperto in proposito
Quando si parla di varianti Covid e distanziamento sociale, un metro e mezzo può essere considerato ancora sufficiente per proteggerci dal rischio di contagio? E dovremo davvero indossare due mascherine, una sopra l’altra, o è meglio una mascherina FFP2? L’arrivo delle varianti del Covid ha portato con sé numerose domande e tanta paura.
Non abbiamo fatto in tempo ad adattarci alla presenza di questo nemico invisibile, e adesso dobbiamo fare i conti con delle mutazioni potenzialmente più pericolose e più resistenti ai vaccini. Ma come fare a proteggersi?
A rispondere a questa domanda è Giorgio Buonanno, professore di Fisica tecnica ambientale all’Università degli Studi di Cassino, che durante un’intervista rilasciata al Corriere ha parlato di Covid, varianti e distanziamento.
Ecco quali sono le parole dell’esperto:
La “distanza di sicurezza” (oltre la quale siamo al sicuro) riguarda solamente i droplets, le goccioline grandi e non cambia al variare dell’agente infettivo: un metro e mezzo di distanza è sufficiente. Diverso il discorso dell’aerosol, le goccioline piccole, per le quali la distanza non c’entra, perché galleggiano in aria e, con il passare del tempo, riempiono gli ambienti chiusi, dove si verifica l’80% dei contagi.
Buonanno sottolinea che è per questo motivo che nelle scuole si contano molti casi di positività al Covid. Fino ad ora abbiamo attuato delle misure di prevenzione per un virus che ha una certa infettività. Con l’arrivo di varianti più contagiose, le infezioni non faranno che aumentare, poiché aumenta a sua volta la probabilità di trasmissione.
Covid e distanziamento sociale: meglio usare due mascherine?
Ma alla luce di quanto visto, sarebbe dunque più saggio utilizzare due mascherine o solo le mascherine FFP2? Buonanno spiega che senza dubbio indossare due mascherine sovrapposte offre una sicurezza aggiuntiva, tuttavia questo espediente non è proponibile per tutti.
Bisogna modificare i fattori ambientali su cui si può agire: ridurre il tempo di esposizione o migliorare la ventilazione. Non si può demandare al singolo la gestione del rischio, anche perché il cittadino spesso usa la mascherina in modo scorretto, con i fori laterali da cui entra l’aria e scarsi ricambi.
via | Corriere