L’intelligenza artificiale per “leggere” i pensieri dei pazienti con disabilità
Come può l'intelligenza artificiale aiutare i pazienti con disabilità? Semplicemente "leggendo" i loro pensieri e parlando al posto loro.
L’intelligenza artificiale può aiutare chi non può parlare e superare problemi comunicativi che in caso di disabilità gravi possono rendere più difficile il lavoro di cura.
Prendersi cura di un paziente con disabilità può essere difficile. Famigliari e caregiver spesso sono in difficoltà perché la loro malattia impedisce ogni tipo di movimento involontario, rendendo complicata la comunicazione. Anche semplici domande per comprendere se i nostri cari stanno bene o hanno bisogno di qualcosa possono non ottenere una risposta, perché la patologia non permette di muovere gli occhi, le dita o di parlare. Quando invece nella loro mente avrebbero molte cose da dire, ma il corpo non li supporta.
Oggi per tutti questi pazienti e per chi si prende cura di loro arriva una nuova tecnologia in grado di “leggere” i loro pensieri, permettendo alle persone con disabilità di comunicare con l’esterno. Tutto merito dell’intelligenza artificiale: bastano un software e un caschetto per poter trasformare i pensieri in comandi, concedendo la possibilità di comunicare e rispondere alle domande che provengono da persone vicine. Così da raccontare come sta, cosa vorrebbe, cosa pensa.
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L’intelligenza artificiale per aiutare chi è disabile
BrainControl BCI è uno strumento altamente tecnologico ideato da LiquidWeb, PMI senese. Vuole aiutare le persone con disabilità gravi, le famiglie e i caregiver a migliorare la qualità della vita di tutti. Tramite dei sensori che si possono indossare, il sistema interpreta le onde cerebrali generate dal movimento immaginato. attraverso un software che si basa sull’intelligenza artificiale. Tramite un training personalizzato, il paziente impara a utilizzare i suoi pensieri decodificabili al fine di selezionare la risposta sul dispositivo. Il paziente impara a usare il software e il caschetto EEG e in poco tempo è in grado di utilizzarlo al meglio.
Può ricorrere a BrainControl BCI ogni persona con disabilità grave ma con abilità cognitive abbastanza integre. Ad esempio chi è affetto da tetraplegia, SLA, sclerosi multipla, distrofie muscolari o ha subito danni cerebrali di origine ischemica o traumatica.
Si tratta di un dispositivo medico CE di classe I brevettato in Italia. Ed è in attesa di ottenere la stessa certificazione anche in altri paesi europei, come in Canada, Giappone, Cina o negli USA. Nel 2020 ha vinto anche il Bando Horizon per la Ricerca e l’Innovazione dell’Unione Europea.