Qual è la postura corretta alla scrivania per chi studia o lavora
Il nostro osteopata ci dà tanti utili consigli per conoscere qual è la postura corretta alla scrivania, sia se lavori sia se studi.
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Chi lavora di fronte a un computer 8 ore al giorno deve preservare la sua salute. Non solo la vista è messa a dura prova, ma anche le articolazioni e i muscoli. Tutti dovremmo sapere qual è la postura corretta alla scrivania, sia se si lavora sia se si studia, così da non incappare in piccoli e grandi problemi che possono diventare difficili da gestire e causare dolore.
Spesso sottovalutiamo la nostra postazione di lavoro, credendo di assumere la giusta posizione solo per il motivo di essere comodi. Ci sono valutazioni da fare per permettere al corpo di essere perfettamente in asse. E per non sovraccaricare zone potenzialmente a rischio come collo e schiena. Ma qual è la giusta postura da assumere quando si è seduti alla scrivania?
Abbiamo voluto approfondire la questione con il Dottor Alessandro Garlinzoni, osteopata, di MioDottore, che ha aderito al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma. Ecco i suoi consigli per una postura corretta alla scrivania.
Così la postura?
La parola postura identifica l’atteggiamento del corpo nello spazio, sia esso in piedi, seduto o sdraiato. Il corpo assume posture che gli permettono di sopperire alle leggi della fisica con tre macro-principi:
- equilibrio
- comfort
- economia
Equilibrio
L’equilibrio è ciò che aiuta il corpo a non cadere e per far questo usa le articolazioni, i muscoli, i legamenti e le strutture in generale, modificando la propria forma nello spazio. Ad esempio, se si è seduti alla scrivania, la base d’appoggio è divisa in 4, i piedi e l’appoggio degli ischi, ossia quelle due piccole ossa sulle quali ci si siede e che fanno
parte del bacino. Se si sta seduti in maniera corretta, con la schiena eretta e il capo in linea con le braccia appoggiate alla scrivania, si avrà una situazione di equilibrio.
Comfort
Bisogna poi stare comodi e per fare ciò il corpo si adatta nella ricerca della comodità, cambiando spesso la posizione. Per comfort si intende anche l’assenza di dolore. Se ci si siede in una determinata posizione e si sente fastidio, automaticamente il corpo assumerà un’altra posizione che andrà a riflettere sia l’equilibrio che il comfort. Ad esempio, se si ha una lombalgia oppure una difficoltà digestiva e si sta seduti per lavorare, si cambierà posizione per non sentire dolore o affaticamento. E si cercherà un nuovo equilibrio, magari sdraiandosi sullo schienale e aprendo il comparto dell’addome.
Economia
Inoltre, il corpo non vuole spendere più energie del necessario. Quindi, se una posizione richiede troppa energia, anche in assenza di dolore, questa verrà modificata per cercare maggiore comfort in equilibrio, abbassando così il dispendio energetico.
Come deve stare seduto chi sta alla scrivania per molte ore al giorno?
Per quanto riguarda l’ergonomia in ufficio, la scrivania e la sedia sono fondamentali. All’interno di un ufficio tutto deve essere studiato per permettere che i tre principi prima descritti siano presenti e in equilibrio tra loro.
Quindi il corpo dovrebbe essere seduto a un’altezza corretta per la funzione del lavoro al pc, ovvero con spalle rilassate, gomiti in appoggio sui braccioli e gli avambracci sulla scrivania.
Il poggiapiedi da scrivania è utile?
Per quanto riguarda i piedi, dovrebbero essere ben poggiati a terra e le ginocchia ben distanziate, evitando le gambe incrociate.
Il poggiapiedi va bene se si ha un’altezza tale da averne bisogno, in quanto scarica bene la tensione alle gambe, ma se troppo alto può andare a incidere sul pavimento pelvico.
Posizione della testa di fronte allo schermo del pc
Lo schermo dovrebbe essere distante 60 cm e trovarsi all’altezza della testa in modo da non dover guardare né in basso né in alto o di lato. Se si hanno problemi di vista bisogna indossare gli occhiali giusti.
Consiglio per gli studenti: la postura corretta per studiare? E quella per chi lavora in smart working?
In caso di smart working o di studente che studia a casa, è sconsigliata la postazione al divano o in poltrona, in quanto è la peggior scelta che si possa fare, in quanto si mette in stress ogni struttura del corpo e dopo qualche ora le prestazioni diminuiranno verticalmente.
Piuttosto è meglio alzarsi frequentemente dalla sedia o fare esercizi durante le sessioni di studi o di lavoro. Infatti, è provato che alzarsi ogni ora per circa 15 minuti, andando a prendere da bere oppure facendo brevissime sessioni di stretching, aiuta a performare nettamente meglio e in meno tempo.
Per prevenire problemi alla cervicale, qual è la postura corretta al pc?
Invece, per prevenire problemi alla cervicale, se si sta seduti molte ore al pc, intervengono vari fattori, come il posizionamento del monitor e della tastiera, l’altezza della scrivania, ma anche alcuni recettori posturali come ad esempio l’occhio, intendendo non solo il Visus, ossia le diottrie e il compenso con l’occhiale, ma anche la muscolatura esterna al bulbo oculare.
Gli occhi nella lettura si posizionano per permettere al cervello di ottenere un’immagine sola, non divisa e in asse col capo. Questo è dato dalla perfetta sincronizzazione dei muscoli oculari esterni o estrinseci. Un piccolo ritardo nella messa a fuoco o nella creazione dell’immagine completa crea un adattamento del capo per compensare questo squilibrio.
Da qui nascono le cervicalgie. L’occhio si muove con micromovimenti per adattare la visione (prioritaria) e così, dopo qualche ora, si percepiscono fastidi a livello cervicale.
Altro recettore fondamentale è la bocca, ossia i denti e il posizionamento della lingua. A causa dello stress lavorativo o per la vita frenetica che si conduce, si cerca sollievo stringendo i denti, come per riuscire a sviluppare più forza in quello che si fa, ciò è dannoso in quanto la neurologia della bocca, oltre a comunicare fisicamente con la muscolatura oculare, crea un blocco a livello del drenaggio cranico, causando cefalee, innalzamento del battito cardiaco, soppressione dei messaggi del nervo vago e quindi innalzamento dello stress, oltre a dolori articolari diffusi.