Sindrome dell’abbandono: sintomi a cui fare attenzione
Apparentemente, la sindrome dell'abbandono è caratterizzata da una forte paura di essere lasciati o abbandonati da una persona importante. Ma sottintende molto di più. I sintomi includono ansia, tristezza, irritabilità, bassa autostima, dipendenza emotiva, difficoltà a dormire, cambiamenti nell'appetito, isolamento sociale e comportamenti di controllo o possessività nelle relazioni. Ecco tutti i segnali ai quali prestare la massima attenzione per identificarla.
E’ un disturbo psicologico piuttosto comune, ma sapete come si manifesta? In caso di sindrome dell’abbandono, i sintomi non sono sempre facilmente riconoscibili come si sarebbe portati a pensare. Molti ritengono che tale sindrome sia legata alla paura di perdere qualcuno di importante nella nostra vita, ma sarebbe riduttivo fermarsi a questo. Vuoto esistenziale, paura, smarrimento sono solo alcune delle sensazioni che ci si ritrova a sperimentare. E che possono influire significativamente sulla vita emotiva e sociale di un individuo. E allora, come capire se si soffre di sindrome dell’abbandono? Analizziamolo di seguito.
Cos’è la sindrome dell’abbandono
Abbiamo detto che si tratta di un disturbo psicologico – peraltro non di una patologia riconosciuta, ma di una sensazione ansiosa – che si verifica quando una persona sperimenta una forte sensazione di solitudine, tristezza, ansia e disperazione a seguito della perdita o dell’allontanamento di una persona significativa, come un partner, un amico, un genitore. Racchiude insomma le preoccupazioni eccessive e travolgenti riguardo il possibile allontanamento e abbandono delle persone vicine. Tale sindrome può verificarsi anche in situazioni in cui una persona si sente abbandonata emotivamente, come nel caso di un rapporto disfunzionale o di un licenziamento improvviso dal lavoro. Ma non basta. Vediamo ora come si comporta una persona che ha paura dell’abbandono.
Sindrome dell’abbandono, i sintomi
I sintomi comuni della sindrome dell’abbandono includono ansia, depressione, irritabilità, insonnia, cambiamenti nell’appetito, bassa autostima e pensieri ricorrenti sulla persona persa. La terapia cognitivo-comportamentale e altre forme di terapia possono essere utilizzate per aiutare le persone a gestire questa sindrome e a superare la loro dipendenza emotiva. Chi soffre della sindrome dell’abbandono, può provare una forte sensazione di ansia e panico, di tristezza profonda, perdita di interesse per le attività quotidiane e una sensazione di vuoto interiore. La persona può avere difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno o può avere incubi. Ancora, può perdere l’appetito o, al contrario, può sperimentare un aumento di questo.
Le persone con questa sindrome tendono ad evitare il contatto con gli altri, diventare più solitarie e ritirarsi dalla vita sociale. Sviluppare una bassa autostima e sentirsi inadeguate, incapaci di gestire la propria vita senza la persona persa. La sindrome può causare pensieri ossessivi sulla persona persa, sogni ricorrenti e fantasie sul riavvicinamento. Ma anche far sentire irritabili, arrabbiati e frustrati con se stessi e con gli altri. In casi estremi, si assiste allo sviluppo di comportamenti autolesionistici o del pensiero suicida.
Come si cura la paura dell’abbandono?
Come è ovvio dedurre, il disturbo può influenzare notevolmente la vita di un soggetto e richiede l’aiuto di un professionista della salute mentale in quanto alla lunga può diventare una condizione debilitante e stressante. Il primo passo, quindi, è quello di intraprendere un percorso di psicoterapia. Con l’aiuto di uno psicoterapeuta si può giungere a identificare e gestire le emozioni negative legate al disturbo e ad acquisire una maggiore autostima, requisito indispensabile per costruire relazioni sane e durature. Nel corso della terapia, il paziente prende man mano coscienza della propria identità e la rafforza, superando la dipendenza emotiva dagli altri.
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