Il benzoato di sodio fa male?
Il benzoato di sodio, noto come E211, è un comune conservante. Ad esso sono legati alcuni potenziali rischi per la salute: nei soggetti sensibili a tale sostanza potrebbe provocare attacchi asmatici, orticaria e varie reazioni allergiche. Può avere un effetto sulla sintesi della carnitina, può aumentare o innescare il disturbo da deficit di attenzione/iperattività nei bambini e, infine, può risultare cancerogeno, specie all'interno delle bevande dietetiche e in combinazione con la vitamina C.
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Avete mai sentito parlare del benzoato di sodio? E’ vero che fa male? Nel mondo degli ingredienti e delle sostanze chimiche utilizzate nell’industria alimentare, quest’ultimo suscita parecchi dubbi. Molti si chiedono infatti se sia dannoso per la salute, e se sia presente nei prodotti che consumiamo quotidianamente. In questo articolo, analizziamo di cosa si tratta, dove si trova e se è vero il fatto che il benzoato di sodio sia cancerogeno.
Cosa significa benzoato?
Il termine “benzoato” si riferisce a un gruppo di composti chimici che contengono la struttura molecolare del benzene unita a un gruppo di acido carbossilico. In sostanza, è il nome che si riserva ai sali dell’acido benzoico. Questi composti si trovano in natura in vari alimenti, come frutta e alcune spezie, ma vengono anche prodotti sinteticamente per diversi scopi industriali.
Cos’è il benzoato di sodio?
Il benzoato di sodio è una forma di benzoato prodotto combinando acido benzoico e idrossido di sodio. Si presenta come una polvere cristallina inodore: è un buon conservante sia da solo che insieme all’idrossido di sodio, che lo aiuta a dissolversi nei prodotti. Il benzoato di sodio non si trova naturalmente negli alimenti, ma l’acido benzoico è presente in piante (pomodori, frutti di bosco, prugne, mele e mirtilli rossi) e spezie come cannella e chiodi di garofano. E’ utilizzato come conservante nell’industria alimentare, ed è noto con il codice E211 nella nomenclatura europea degli additivi alimentari. Questa sostanza è solitamente presente nei prodotti alimentari sotto forma di polvere o granuli bianchi.
A cosa serve il benzoato di sodio?
E’ un conservante antimicrobico e antibatterico. Ciò significa che la sua azione principale è quella di prevenire la crescita di batteri, lieviti e muffe nei cibi e nelle bevande, contribuendo così a prolungare la loro durata di conservazione. In poche parole, aiuta a garantire che i prodotti alimentari rimangano freschi e sicuri per il consumo più a lungo. È piuttosto diffuso negli alimenti conservati che approfondiamo nel prossimo paragrafo.
Dove si trova il benzoato di sodio?
Essendo utilizzato nell’industria alimentare, è presente in molti prodotti che si trovano comunemente nei supermercati e che portiamo ogni giorno in tavola. Per individuarlo in un elenco degli ingredienti di un prodotto, è necessario cercare la dicitura “benzoato di sodio” o “E211“. Alcuni alimenti e bevande all’interno dei quali è comune trovarlo sono le bevande gassate come cola e soda, salse e condimenti, alimenti in scatola come sottaceti e sottoli, succhi di frutta, prodotti da forno come panini e torte.
Il benzoato di sodio fa male?
Intorno al benzoato di sodio circola la preoccupazione che possa essere nocivo per la salute. E’ vero che l’E211 fa male? A suscitare tale convinzione è la sua capacità di convertirsi in benzene, un noto cancerogeno associato alla leucemia e ad altri tumori del sangue. Quest’ultimo può formarsi nella soda e in altre bevande che contengono sia benzoato di sodio che vitamina C. In particolare, sarebbero le bevande dietetiche più a rischio di svilupparlo in quanto lo zucchero, in genere, ne inibisce la formazione.
Inoltre, secondo quanto affermato dalla Mayo Clinic, ci sarebbe un collegamento tra benzoato di sodio e ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività). Tale conservante potrebbe sia innescarla che aumentarla nei più piccoli. Ancora, può essere pericoloso per alcuni soggetti che sono ipersensibili a tale sostanza. In queste persone potrebbe provocare attacchi asmatici, orticaria o altre reazioni allergiche. Infine, avrebbe un impatto sulla carnitina: i farmaci che lo contengono11 potrebbero interferire con la sintesi di tale amminoacido, andando a rendere necessario il ricorso a degli integratori.
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