Fecondazione assistita e tumore ovarico: nessun rischio in più
La fecondazione assistita non aumenta il rischio di tumore ovarico: ecco cosa dice un recente studio danese.
La fecondazione assistita aumenta il rischio di sviluppare il tumore ovarico? Dopo aver smentito un collegamento tra la fecondazione e il tumore al seno, questa è la volta del tumore all’ovaio. Un recente studio scientifico, infatti, svela che al momento non ci sono dati che possano ipotizzare un legame diretto tra l’esecuzione di una procedura di procreazione medicalmente assistita e lo sviluppo di una neoplasia ginecologica.
In occasione del congresso della Società europea di riproduzione umana ed embriologia, è stato presentato il gruppo di un team di ricercatori danesi che hanno confrontato l’incidenza della malattia in un gruppo di donne sottoposte a fecondazione assistita con quella rilevata in un gruppo più ampio di donne che non sono mai state sottoposte a un trattamento simile.
I risultati non hanno evidenziato alcuna differenze. Nel primo caso la percentuale di incidenza del carcinoma ovarico era di poco superiore a quella riscontrata, invece, nel secondo gruppo. L’analisi ha però scoperto che le diagnosi di cancro erano più alte nelle donne nullipare, senza figli, quindi gli studiosi sono arrivati alla conclusione che
non ci sono elementi per affermare che le probabilità di ammalarsi aumentino in conseguenza della stimolazione ovarica.
Giovanni Scambia, direttore della divisione di ginecologia oncologica del Policlinico Gemelli di Roma, aggiunge poi:
L’età, in quanto il picco di incidenza della malattia si registra tra i 50 e i 60 anni, e la predisposizione genetica, responsabili delle diagnosi che si registrano in più giovane età. Donne le cui madri, sorelle o figlie hanno avuto un tumore dell’ovaio, della mammella o dell’utero hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia.
Via | Fondazione Veronesi
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