I dolori mestruali si combattono con la digitopressione?
La digitopressione può aiutare ad alleviare i dolori mestruali? Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
I dolori mestruali possono essere alleviati grazie alla digitopressione. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology. La digitopressione è una tecnica derivata dalla medicina tradizionale cinese. Contrariamente all’agopuntura, questa tecnica può essere eseguita anche a casa, senza l’aiuto di uno specialista. Invece di usare gli aghi, questa tecnica prevede infatti un massaggio o una pressione applicati su specifici punti del corpo.
I ricercatori hanno voluto valutare se in un gruppo di donne che soffrivano di gravi dolori mestruali, l’auto-digitopressione potesse essere efficace nel favorire una riduzione del dolore mestruale rispetto alle classiche cure (ovvero quelle a base di farmaci antidolorifici e contraccettivi ormonali). Per rispondere a questa domanda, gli esperti hanno arruolato un totale di 221 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 34 anni, le quali sono state assegnate in modo casuale a uno di due gruppi di trattamento (entrambi prevedevano l’utilizzo di un’app).
Le caratteristiche della digitopressione – con le istruzioni su come eseguire questo trattamento poco prima e durante le mestruazioni – sono state rese disponibili solo a uno dei due gruppi di partecipanti.
Dopo tre mesi, il 37% delle donne del gruppo di digitopressione ha riportato una riduzione del 50% dell’intensità del dolore. Dopo sei mesi, questa percentuale sarebbe aumentata arrivando a più della metà delle donne del gruppo di digitopressione (58%). Solo il 25% delle donne del gruppo di controllo ha riportato una riduzione simile dell’intensità del dolore sia a distanza di 3 mesi che a distanza di 6 mesi. Le donne del gruppo di digitopressione hanno anche usato meno farmaci antidolorifici rispetto a quelle del gruppo di controllo, e hanno riportato livelli complessivi di dolore più bassi.
Infine, a sorprendere gli esperti è il fatto che dopo sei mesi, i due terzi dei partecipanti hanno continuato a utilizzare l’auto-digitopressione.
via | ScienceDaily
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