I farmaci antireflusso sono pericolosi? Le controindicazioni
La cura del reflusso gastroesofageo richiede l'uso degli inibitori di pompa protonica, farmaci che spesso alleviano i sintomi, ma presentano diverse controindicazioni.
Quando la valvola sita tra l’imbocco dello stomaco e l’esofago non chiude correttamente, i rigurgiti acidi salgono per l’esofago causando sensazioni molto spiacevoli e danneggiando alla lunga le pareti dell’esofago. Si tratta del reflusso gastroesofageo alleviato di solito con i farmaci inibitori della pompa protonica, farmaci che inibiscono la produzione degli acidi dello stomaco.
Questi farmaci tuttavia, riducendo continuamente la produzione dei succhi gastrici tendono ad ostacolare la digestione e l’assorbimento di importanti nutrienti provocando carenze nutrizionali.
Spesso ne risulta una carenza di vitamina B12, ferro, zinco, acido folico, calcio e magnesio. Incremento di tossine e squilibrio del ph intestinale possono essere altri effetti dell’uso di questi antiacidi, effetti che elevano il rischio di infezioni in particolare.
Questi farmaci sono quindi particolarmente controindicati se si soffre di osteoporosi in quanto aumentano il rischio di fratture impedendo l’assorbimento del calcio, e se si soffre già di qualche carenza nutrizionale che potrebbe essere acuita dall’uso degli antiacidi.
I farmaci anti reflusso sono controindicati inoltre, se si stanno assumendo antinfiammatori, quando sussiste una condizione di anemia, in caso di vomito soprattutto con sangue, se si perde peso improvvisamente e involontariamente.
Tutte queste condizioni possono nascondere patologie più gravi in atto per cui occorre consultare il medico prima di assumere farmaci anti reflusso per non peggiorare la situazione.