Bambini e alimentazione, l’educazione parte dalla scienza
Se ne è parlato all'inaugurazione di "Feed you Mind!", percorso interattivo sulla nutrizione allestito ad Explora, il Museo dei Bambini di Roma. Blogo era lì per potervi raccontare quali sono le raccomandazioni degli esperti
Guarda la galleria: “Feed your Mind!”: insegnare l’alimentazione ai bambini
Come insegnare ai bambini i principi di una sana alimentazione? Lo strumento chiave è la consapevolezza, fattore che nei genitori italiani, purtroppo, è spesso ancora carente. A portare l’attenzione sull’argomento sono gli esperti che hanno partecipato all’inaugurazione di “Feed your Mind!”, percorso interattivo che narrerà la scienza dell’alimentazione ai visitatori di Explora, il Museo dei Bambini di Roma.
I bambini rappresentano il nostro futuro, ma dal punto di vista sanitario questo futuro non è così roseo
ha amaramente sottolineato Roberto Copparoni, della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, ricordando che obesità e sovrappeso rappresentano una reale minaccia per i bambini di oggi e, quindi, per gli adulti del futuro.
Dobbiamo cercare di migliorare la situazione per questi bambini, permettendogli di fare una vita sana, equilibrata e per quanto possibile serena.
Per farlo è fondamentale spiegare e divulgare i principi della nutrizione in modo molto semplice e univoco. Dopo tutto, come ha sottolineato Stefano Moriggi, filosofo della scienza, non esistono “tante” ma solo “una” nutrizione. Gli esperti non sembrano avere dubbi su quale sia questa nutrizione: quella basata sulla ricerca scientifica.
Purtroppo, però, la scienza è spesso percepita e proposta come un insieme di leggi da imparare e seguire. E’ proprio il caso della nutrizione a dimostrare come invece la scienza possa aiutare a guidare le nostre scelte alimentari. La scienza, insomma, è alla base della consapevolezza.
E’ qui che emerge il problema dei genitori italiani: non hanno tale consapevolezza né a livello di conoscenze, né in termini di coscienza critica nell’orientarsi all’interno della fitta rete di informazioni in circolazione.
Ritengo che manchi nella percezione pubblica una comprensione dei criteri metodologici della scienza
ha commentato Silvano Fuso, chimico e divulgatore scientifico.
Purtroppo quanto espresso dai ricercatori viene percepito come una delle tante opinioni, manca la consapevolezza che dietro c’è tutta una serie di studi, controlli, verifiche. Questa mancanza di cultura scientifica porta a strani comportamenti.
Fuso ha ricordato il fenomeno provato che fa sì che inizialmente le conquiste del progresso scientifico e tecnologico vengono accolte con grande entusiasmo, per poi essere guardate con diffidenza e, infine, con una vera e propria ostilità.
Questo fenomeno paradossale porta a un “sapere nostalgico”, a una nostalgia per tempi antichi che in realtà non sono mai esistiti.
Nel campo della nutrizione gli esempi di tale fenomeno non mancano affatto.
Una principali conquiste è stata scoperta del fuoco e conseguente possibilità di cucinare i cibi, ma da un certo tempo a questa parte va molto di moda il crudismo
ha continuato Fuso, sottolineando quanto sia invece già accertato che il consumo di cibi esclusivamente crudi è associato a dei rischi. Un altro esempio? La tendenza a consumare latte non pastorizzato quando la pastorizzazione è stata grande conquista in termini di miglioramento delle per migliorare le condizioni igieniche.
La doppia importanza della scienza
D’altra parte, anche la scienza deve saper parlare alle persone. In questo modo si evita la nascita di idoli e tendenze pericolosi per la salute.
Il compito dell’educazione alimentare è fare capire che tutte le conoscenze che arrivano dalla scienza possono trasformarsi in piccoli comportamenti alimentari, senza però fustigare i costumi
ha spiegato Andrea Ghiselli, esperto del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (CREA).
Spesso l’informazione alimentare da sola non basta; spesso quella che arriva dai media è ridondante e frammentaria allo stesso tempo, dice una cosa ma non ne dice un’altra. Ad esempio si dice spesso che il vino fa bene perché c’è il resveratrolo, ma non si dice che c’è anche l’etanolo!
[accordion content=”
“Feed your Mind!” nasce proprio per cercare di divulgare le conoscenze derivanti da anni di ricerca. Pensata da Nestlé ormai due anni fa per un allestimento nel padiglione svizzero di Expo 2015, condensa in un unico percorso la spiegazione della correlazione dello stato di salute con moltissimi fattori. “Uno è l’alimentazione, un altro lo stile di vita, un altro l’ambiente in cui viviamo, e un altro sono i nostri geni”, ha spiegato Bianca Maria Vecchio, esperta del Nestlé Research Center.
Per quanto riguarda i geni, il dialogo con ciò che si mangia inizia già durante la vita fetale. Lo sviluppo del bambino è influenzato da quello che mangia la mamma durante la gravidanza, e dopo la nascita l’alimentazione del piccolo ne influenza lo sviluppo. Per questo l’esposizione ha il suo cuore in un percorso a pannelli che spiega cosa succede nei primi mille giorni di vita a partire dal concepimento catturando in immagine e concetti chiari informazioni che derivano da anni di ricerca.
Altri pannelli puntano attenzione su nutrienti, alimenti, sulla loro importanza, proponendo anche esperienze interattive. Il risultato è, ha assicurato Patrizia Tomasich, Presidente di Explora, “un’esperienza fruibile per tutti, adulti e bambini”.
” title=”Divulgare la scienza della nutrizione: l’esempio di ‘Feed you Mind!'”]
La ricerca scientifica è fondamentale per identificare e mettere in atto le migliori strategie di intervento a favore di un corretto stile di vita. Ancora oggi infatti, nonostante il costante impegno di istituzioni nel promuovere in maniera concreta i risultati della ricerca, persistono scorrette abitudini alimentari. Il tema su cui fare una riflessione è quindi la modalità della divulgazione, che deve dare messaggi chiari e non indurre confusione o chiusura nelle persone con un effetto contrario alle attese.