Sonno, la mindfulness aiuta a migliorarlo
Il vostro sonno è disturbato? Prova a migliorarlo con la mindfulness.
Sonno: come fare a migliorarlo, senza dover necessariamente fare ricorso ai farmaci? Uno studio rivela che, anche in questo caso, la mindfulness potrebbe rivelarsi un eccellente alleato per il nostro benessere. La nuova ricerca in questione è stata pubblicata su JAMA Internal Medicine, e suggerisce che la pratica della meditazione mindfulness potrebbe migliorare la qualità del sonno delle persone adulte. Messa a confronto con le tecniche di educazione all’igiene del sonno (SHE), vale a dire un programma progettato per eliminare le cattive abitudini del sonno e impostare una giusta routine per andare a dormire, la mindfulness avrebbe infatti apportato un maggiore miglioramento della qualità del sonno.
Affrontare i disturbi del sonno e le disfunzioni diurne dovute ai problemi del sonno con i programmi comunitari accessibili è un approccio di salute pubblica promettente
spiegano gli autori della ricerca, che sottolineano come i numerosi disturbi del sonno che colpiscono specialmente le persone di età più avanzata siano spesso associati a numerosi problemi di salute, tra cui depressione, affaticamento, disturbi dell’umore e ridotta qualità della vita.
Per analizzare l’efficacia della mindfulness nel miglioramento della qualità del sonno, gli esperti hanno esaminato un campione di 49 persone con un’età media di 66 anni. Di questi, 24 hanno partecipato a delle lezioni di MBI (mindfulness-based interventions), e 25 hanno preso parte ad un intervento di Sleep Hygiene Education (SHE).
La qualità del sonno dei partecipanti è stata valutata dagli autori dello studio mediante un questionario chiamato Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI). Entrambi i gruppi hanno riportato un punteggio PSQI di 10,2 all’inizio dello studio.
Complessivamente, i ricercatori hanno successivamente registrato un maggiore miglioramento nei punteggi PSQI nel gruppo che si era sottoposto alle tecniche di mindfulness, rispetto al gruppo SHE, con una media di 7,4 dopo l’intervento rispetto al 9.1 del secondo gruppo.
Maggiori miglioramenti sono stati segnalati anche per quanto concerne i sintomi depressivi, di insonnia e di stanchezza.
Alla luce di quanto emerso, appare chiara l’importanza di realizzare degli approcci come la mindfulness o anche la Sleep Hygiene Education per migliorare la qualità del sonno delle persone, senza dover dunque fare ricorso a farmaci per dormire, che – come saprete – non sono comunque privi di controindicazioni ed effetti indesiderati.
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via | MedicalNewsToday