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Cannabis contro la Sclerosi Multipla: da uno studio le prove dell’efficacia

Presentato al congresso Actrims-Ectrims di Boston, fornisce prove oggettive dell'utilità dello spray ad uso terapeutico. Gli scienziati precisano: “Non è un'alternativa allo spinello”

Cannabis contro la Sclerosi Multipla: da uno studio le prove dell’efficacia

Non è passato molto dall’annuncio che in Italia la produzione di cannabis da utilizzare a scopo terapeutico sarà a carico dello Stato. In attesa dell’ufficializzazione della notizia, secondo cui i farmaci a base di derivati della cannabis così prodotti dovrebbero arrivare nella farmacie già nel 2015, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico un gruppo di ricercatori italiani ha fornito le prove scientifiche dell’efficacia della cannabis nel trattamento della sclerosi multipla. Gli esperti dell’Istituto di neurologia sperimentale dell’Ospedale San Raffaele di Milano hanno infatti portato a termine uno studio che ha dimostrato che l’assunzione di uno spray orale a base di cannabis migliora gli spasmi e la rigidità motoria associati alla malattia.

Presentato al congresso Actrims-Ectrims di Boston, lo studio ha coinvolto 43 pazienti affetti da sclerosi multipla, alcuni dei quali hanno assunto il farmaco a base di cannabis, mentre altri hanno assunto un placebo. Né i pazienti né i medici sapevano quali pazienti avevano ricevuto il principio attivo.

E’ emerso un effetto clinico significativo dello spray sulla rigidità e gli spasmi, rilevato dal neurologo

ha raccontato Letizia Leocani, primo autore della ricerca.

Dunque il beneficio è oggettivo.

In altre parole, questo lo studio ha fornito una prova oggettiva dei benefici soggettivi riportati dai pazienti che hanno già avuto modo di assumere il farmaco, già autorizzato e già disponibile in Italia.

Si tratta di un prodotto autorizzato in Italia per l’uso in pazienti con spasticità che non rispondono alle terapie tradizionali

ha spiegato Leocani

E non ha niente a che vedere con la cannabis che si fuma.

Al suo interno sono presenti Thc, il tetraidrocannabinolo responsabile degli effetti allucinogeni della marijuana, e il cannabidiolo, molecola che contrasta questi stessi effetti allucinogeni. La composizione bilanciata fa sì che il tempo d’azione sia più lento e graduale rispetto a quello della cannabis fumata a scopo ricreativo. Inoltre la varietà di cannabis utilizzata per produrlo gioca un ruolo fondamentale. Per questo, ha sottolineato Leocani,

è fondamentale che il medicinale sia realizzato nel rispetto della formulazione originale.

Ora

ha cocluso la ricercatrice

occorre mettere in luce il suo meccanismo d’azione.

Ciò che si sa, infatti, è solo che i cannabinoidi si legano a recettori presenti sulle cellule scatenando reazioni a cascata che nel caso della sclerosi multipla portano al rilassamento della muscolatura e a una riduzione della spasticità con cui convive quasi il 75% dei pazienti. Quali siano queste reazioni resta però ancora da chiarire.

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Via | Adnkronos

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