Infertilità maschile, un aiuto dalla microchirugia
Anche quando gli spermatozoi sembrano assenti non tutte le speranze sono perdute. Ecco come potrebbe essere affrontato con successo il problema
Anche quando tutte le speranze sembrano essere ormai perdute, chi soffre di infertilità maschile può tentare un’ultima strada prima di iniziare a pensare di scegliere di diventare padre attraverso un’adozione o, com’è ora possibile anche in Italia, grazie alla fecondazione eterologa. I casi più complessi, in cui non sembra esserci nemmeno uno spermatozoo nel liquido seminale, potrebbero in realtà essere affrontati con la microchirurgia.
Già da tempo il bisturi offre un aiuto al 10% circa degli uomini infertili, proprio quelli che hanno a che fare con azoospermia, ossia assenza di spermatozoi nel liquido seminale. Alla base di questa situazione possono esserci cause ostruttive, che a volte possono essere risolte liberando i dotti dell’apparato riproduttivo maschile ostruiti. Altre volte, invece, l’azoospermia non è dovuta a un’ostruzione. In questi secondi casi l’ultima strada percorribile è tentare di recuperare eventuali spermatozoi presenti nei testicoli.
Nel corso degli anni le tecniche utilizzate a questo scopo sono cambiate molto. Un tempo veniva ad esempio utilizzato l’agoaspirato. Un altro possibile approccio è la TESE, una biopsia che nel 45% dei casi permette di recuperare degli spermatozoi (chi non è di stomaco debole può vedere un esempio di intervento nel video in apertura di questo post). La microchirurgia moderna mette invece a disposizione la MicroTESE, che permette all’uro-andrologo di agire sul testicolo grazie a un microscopio operatore. In questo modo il medico può individuare i segmenti più dilatati dei tubuli seminiferi, che seppur brevissimi possono contenere piccoli gruppi di spermatozoi. Questi possono quindi essere utilizzati in procedure di fecondazione in vitro.
Secondo gli esperti i risultati ottenibili sono molto soddisfacenti che in alcuni casi sembrano addirittura superare quelli riportati nella letteratura scientifica.
La mia decennale consuetudine ad operare numerosissimi casi con prognosi alquanto sfavorevole pervenutimi da altri Centri
ha ad esempio dichiarato Giovanni Maria Colpi, uro-andrologo che esercita in un centro di medicina della riproduzione svizzero
mi ha portato a ripetuti e rilevanti affinamenti tecnologici che ci hanno permesso un recupero positivo nel 70 per cento degli operati.
Il nostro consiglio è di affidarsi sempre a centri e a professionisti qualificati senza aver paura o imbarazzo ad affrontare una tematica delicata e sensibile come la sessualità.
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Via | AGI