Vacanze di primavera, i consigli dell’esperto per superare il post vacation blues
Rientrare a lavoro dopo le vacanze di pasqua e i ponti del 25 aprile e del primo maggio potrebbe essere più difficoltoso del previsto. Ecco come affrontare con successo il ritorno alla routine quotidiana
La primavera 2014 ha offerto a molti italiani la possibilità di approfittare di lunghi ponti per regalarsi qualche giorno di relax. Con il week end lungo del primo maggio tutte queste occasioni di vacanza si apprestano a terminare e in molti potrebbero trovarsi presto ad avere a che fare con quello che gli esperti chiamano definiscono “post vacation blues”, quella tristezza post-vacanza che può essere accompagnata non solo da sintomi psicologici, ma anche da veri e propri disturbi fisici. A soffrirne può essere addirittura il 50% dei vacanzieri, per cui la ripresa del lavoro e delle abitudini quotidiane può rappresentare una vera e propria fonte di disagio.
La sintomatologia può essere caratterizzata da senso di stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, sensazione di stordimento, confusione e non presenza, come vivere all’interno di una bolla, attivazione neurofisiologica con tachicardia, ipersudorazione, dolori muscolari, oltre che sintomi a maggior connotazione affettiva come perdita di entusiasmo, irritabilità, rimugino e chiusura relazionale
spiega lo psichiatra Michele Cucchi, autore del libro “Vincere l’ansia con l’intelligenza emotiva”.
Per alcune persone la vacanza significa annullare l’inerzia dell’abitudine, quella che ci porta a fare tante cose in modo automatico, senza che siano veramente frutto di una scelta. Al rientro dalla vacanze possono sorgere spontanee domande come: “ma perché faccio tutto questo? Che senso ha? Lo voglio veramente? Nono esiste un modo alternativo per gestirmi queste cose?”. Quindi il problema è che si mettono in discussione quelle abitudini che non sono il consolidamento di comportamenti adattivi, come dovrebbero essere le abitudini appunto, ma il frutto di una vita forse troppo freneticamente all’inseguimento di aspettative e ritmi più subiti che voluti.
I sintomi però hanno una dimensione fisica oltre che psicologica. Non è solo un problema di vissuto e di atteggiamento mentale, ma anche di “omeostasi cerebrale”.
In altre parole, il cervello si comporta come se durante le vacanze avesse dimenticato degli schemi che riproduceva a memoria.
Esistono caratteristiche individuali che rendono alcuni soggetti più sensibili di altri a questa sindrome
spiega Cucchi.
Le persone che vivono di regolarità, di routine, che non amano le novità, si sentiranno bene nel tornare ai vecchi ritmi e abitudini, che sono il rifugio da ansia e insicurezza. Sono i tipi che potremmo definire dei “diesel”, che si trovano bene alla velocità di crociera, e anzi a volte si sentono in colpa per essersi allontanati da doveri e responsabilità.
Le persone invece meno organizzate, ambiziose, competitive, tendono a risentirne maggiormente. Questi invece sono “motori da corsa”, vivono di sprint, non di costanza, e fanno fatica a tornare al concetto di abitudine.
In entrambi i casi non c’è però bisogno di preoccuparsi. Come spiega l’esperto il “post vacation blues” è solo una fase di passaggio fisiologica che scompare in pochi giorni grazie alla naturale capacità dell’organismo di adattarsi al cambiamento. Certo, può capitare che il problema persista a causa di un disagio psicologico più profondo o di squilibri nel sistema ormonale che dovrebbe permettere di reagire allo stress.
In questi casi
conclude Cucchi
può avere senso chiedere un supporto ad uno specialista.
Ecco le quattro regole dettate dall’esperto per evitare lo stress da rientro e affrontare al meglio il ritorno in ufficio:
- Si torna a casa, inizia una nuova vita. Il modo migliore per affrontare questa sindrome è quello di pensare che sia un’occasione per ristrutturare alcune abitudini, ripensare ad alcune modalità, scegliere strategie e direzioni magari leggermente diverse, per sentirsi più padroni del proprio tempo e della propria rotta.
- Pensa prima di agire. Dedicare un po’ di tempo a pensare prima di agire può essere un buon modo per rientrare di slancio; non buttarsi subito a inviare mail o nell’operatività della gestione della casa e delle faccende arretrate, ma “progettare il percorso verso la meta”.
- Devi stare molto calmo… Riprendete con gradualità, non fate l’errore di sentirvi in ritardo perché la pancia vi dice che dovete correre: non tutte le cose che sentite di dover fare sono così urgenti.
- Abbassa l’asticella. Non cercate di “dilatare” il tempo inzeppandolo di cose da fare e riempiendo l’agenda di impegni: meglio porsi obiettivi raggiungibili.
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Via | Comunicato stampa
Foto | da Flickr di SalFalko