Alzheimer, un videogioco individua la malattia?
Una startup statunitense, la Akili Interactive Labs, sta testando in collaborazione con un colosso farmaceutico un nuovo modo di diagnosticare la malattia di Alzheimer e seguirne il progresso neurodegenerativo: un videogioco.
Gli studi sull’Alzheimer e sul suo sviluppo stanno progredendo moltissimo e solo negli ultimi mesi anche noi di Benessereblog vi abbiamo dato numerosissime notizie in merito: dagli esami del sangue specifici sul livello dei lipidi fino alle nuove analisi sulle concentrazioni plasmatiche di rame nel sangue, la ricerca sta davvero sperimentando numerosi tentativi per curare e prevenire lo sviluppo della sindrome di Alzheimer, una delle malattie neurodegenerative più frequentemente e tristemente attiva nel campo delle demenze senili.
La ricerca non passa però solo dalle analisi del sangue. Una startup statunitense, la Akili Interactive Labs, in collaborazione col colosso farmaceutico Pfizer ha messo a punto una app per smartphone e tablet che potrebbe aiutare nella diagnosi delle malattie neurodegenerative più comuni, tra cui l’Alzheimer: si tratta di un videogioco che testa le capacità neurocognitive del paziente e permetterebbe, stando ai primi risultati dei testi condotti nel periodo iniziale, di controllare la comparsa e il decorso della malattia.
Il test è così strutturato: cento pazienti misti, con e senza Alzheimer, sono stati presi in esame da Pfizer e si stanno sottoponendo all’uso del videogioco “Project: EVO” creato dai laboratori della startup Akili, per un test che durerà un mese. I ricercatori hanno misurato le loro funzioni cognitive all’inizio del trial e le misureranno nuovamente alla fine del mese di prova.
Nello specifico, il videogioco di Akili Interactive Labs servirà ad effettuare dei test proprio sulle interferenze cognitive e su come gli individui rispondano alle distrazioni e alle interruzioni, nel gioco ed esterne: lo scopo finale della ricerca, come hanno fatto sapere, è proprio quello di verificare se il videogame “Project: EVO” riuscirà a distinguere correttamente chi tra i pazienti ha l’Alzheimer e chi no, in modo da dimostrare se in futuro sarà possibile impiegarlo in future ricerche sulle malattie degenerative.
Michael Ehlers, il vicepresidente e capo scientifico dell’unità di ricerca neuroscientifica della Pfizer, ha spiegato in una dichiarazione il ruolo centrale della ricerca contro l’Alzheimer all’interno del colosso farmaceutico:
Questa collaborazione è un altro esempio dell’impegno di Pfizer nel promuovere le tecnologie innovative che hanno il potenziale di indagare a fondo le malattie neurodegenerative. Uno strumento che permette il monitoraggio cognitivo per la selezione e la valutazione dei pazienti di un trial clinico ha il potenziale per diventare un’importante passo avanti nella ricerca contro l’Alzheimer.
Uno dei fondatori di Akili Interactive Labs, Eric Elenko, si è detto particolarmente speranzoso sull’idea del videogioco e di come sia stato sviluppato:
Abbiamo creato un prodotto che sembra un gioco di intrattenimento ma che in realtà è basato sulla scienza. Il sistema raccoglie dati 30 volte al secondo mentre l’utente gioca e li analizza in tempo reale. Potremmo metterlo direttamente sul mercato, ma preferiamo fare i test e farlo registrare dall’Fda come dispositivo medico Se riusciamo a dimostrare che i risultati del gioco sono proporzionali alle placche avremo un metodo di diagnosi economico e preciso.
Via | Interactive Investor, Repubblica