Pelle, le regole per proteggerla dal sole di primavera
Gli ultravioletti minacciano la salute anche nei mesi primaverili. Ecco come evitare spiacevoli conseguenze
La pelle ha bisogno di protezione anche in primavera. Infatti nonostante quello che si tende a credere anche in questa stagione le radiazioni ultraviolette provenienti dal sole rischiano di danneggiarla, soprattutto se si esagera con l’esposizione pensando che i tiepidi raggi primaverili siano meno pericolosi rispetto a quelli estivi.
A spiegare quali sono i rischi di questa convinzione è Maria Grazia Caputo, esperta dell’ambulatorio di medicina estetica dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma.
Facendo meno caldo ed essendo più ventilato, le persone sono portate a esporsi al sole per un tempo più lungo
osserva Caputo.
Il sole può quindi diventare un nemico della pelle, se durante l’esposizione ad esso non si osservano alcuni piccoli accorgimenti. Al contrario, se ci si espone con criterio si possono ottenere degli ottimi benefici.
A giovarne è prima di tutto l’umore. La luce solare può avere addirittura un effetto antidepressivo. Non a caso in alcuni paesi del Nord Europa, dove le ore di luce sono ridotte, il tasso di suicidio è più alto rispetto a quanto rilevato in paesi mediterranei come l’Italia, dove il sole illumina più ore della giornata.
Nemmeno i benefici fisici fanno sentire la loro mancanza. Infatti il sole stimola la produzione di vitamina D, un micronutriente indispensabile per l’assorbimento del calcio e, quindi, per la salute delle ossa. Non solo, i raggi del sole esercitano un effetto benefico per chi è alle prese con malattie della pelle come la dermatite seborroica e la psoriasi.
Le regole per esporsi al sole in sicurezza
Appare quindi evidente che esporsi al sole porta numerosi vantaggi. Per poterne godere in tutta sicurezza è però necessaria prendere le opportune precauzioni anche durante la primavera.
Le regole di base sono le stesse da seguire nei mesi estivi: evitare di esporsi nelle ore più calde della giornata, proteggere gli occhi con occhiali da sole abbastanza grandi da schermare anche le radiazioni riflesse e assumere nutrienti in grado di potenziare le difese della pelle, come vitamine e antiossidanti. Fra questi ultimi ricordiamo il licopene dei pomodori e la luteina degli spinaci.
Queste regole valgono anche nelle giornate nuvolose, quando è facile rimanere più a lungo al sole senza utilizzare un’adeguata protezione, convinti che non si corra il rischio di scottarsi.
In realtà
spiega l’esperta
le nuvole lasciano comunque passare i raggi infrarossi che rappresentano quella parte di radiazioni solari che generano la sensazione di calore non avvertendo la quale si è portati ad esporsi per un tempo più prolungato senza considerare che, però, senza filtri solari adeguati ci si può scottare ugualmente.
Puntare su strategie basate sull’uso preventivo delle lampade abbronzanti è invece sbagliato.
Quando la pelle si espone direttamente alla luce del sole mette in atto dei meccanismi di protezione e di difesa quali l’ispessimento della cute e l’aumento della produzione di melanina, che non vengono invece messi in funzione con l’esposizione a lampade solari, nel caso delle quali la melanina si accumula solo in uno strato sottile nella profondità del derma, con un altissimo assorbimento di radiazioni, anche superiore a quanto avviene durante l’esposizione al sole
spiega Caputo.
Pochi sanno, inoltre, che già da qualche anno, le lampade abbronzanti sono state vietate ai minori di 18 anni e alle donne in gravidanza.
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Via | Comunicato stampa