Benessereblog Salute Metodo Zamboni contro la sclerosi multipla, al via nelle Marche un nuovo studio

Metodo Zamboni contro la sclerosi multipla, al via nelle Marche un nuovo studio

Durerà al meno 1 anno, coinvolgendo 30 pazienti

Metodo Zamboni contro la sclerosi multipla, al via nelle Marche un nuovo studio

Nuove speranze per il metodo Zamboni: l’Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche ha infatti dato il via ad uno studio per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’angioplastica dilatativa delle principali vene extracraniche in caso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi), condizione che porterebbe allo sviluppo della sclerosi multipla. Il primo intervento è stato eseguito lo scorso 31 dicembre ed è stato portato a termine con successo presso il reparto di radiologia dell’ospedale di Macerata.

L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del progetto “Brave Dreams” promosso dall’azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara e guidato dall’ideatore della metodica, il chirurgo ferrarese Paolo Zamboni, coinvolgerà 30 pazienti. In totale, però, sono circa 500 i malati di sceltosi multipla che saranno sottoposti all’intervento di angioplastica dilatativa in diversi centri sparsi sul territorio italiano.

Purtroppo gli studi condotti fino ad oggi lasciano aperti ancora molti dubbi sull’efficacia di questo approccio. Alla sua base c’è la teoria secondo cui l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale, causando il restringimento di alcuni vasi sanguigni, scatenerebbe un’infiammazione dovuta all’accumulo di sostanze tossiche che sarebbe a sua volta associata alle alterazioni della mielina tipiche della sclerosi multipla. L’angioplastica dilatativa permetterebbe di evitare l’accumulo di queste sostanze. Se, però, in alcuni casi l’intervento ha portato a risultati molto positivi (quello più famoso riguarda Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti), in altri sono stati ottenuti solo benefici a breve termine.

Tuttavia, è ancora presto per dire l’ultima parola e se i risultati di questa nuova sperimentazione, che durerà almeno un anno, saranno positivi il metodo potrebbe diventare la terapia di riferimento per la cura della sclerosi multipla.

Via | Agi
Foto | da Flickr di jfcherry

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