Milano, nato il primo bambino da un ovulo congelato con la vitrificazione
La madre aveva scoperto di avere un tumore alle ovaie nel 2008
Lo scorso 26 ottobre, a Milano, è nato il primo bambino concepito in Italia grazie alla tecnica di vitrificazione, che permette di congelare gli ovociti prelevati dalle ovaie di donne che hanno o potrebbero avere a che fare con problemi di fertilità. La madre del bambino è stata assistita per l’intera durata della procedura dagli esperti dei Centri Genera – strutture che si occupano di medicina della riproduzione – presso la sede romana presente nella Clinica Valle Giulia.
Nel 2008 la donna aveva ricevuto una diagnosi di carcinoma ovarico. Per questo aveva deciso di sottoporsi al prelievo degli ovociti e di crioconservarli nell’eventualità che le cure cui avrebbe dovuto sottoporsi avessero compromesso definitivamente la sua fertilità.
Il metodo utilizzato è stato proprio la vitrificazione, considerata la tecnica di congelamento degli ovociti più avanzata fra quelli a disposizione. Da poco riconosciuta dalle società scientifiche internazionali come la metodica standard per la conservazione degli ovociti delle pazienti affette da un tumore, la vitrificazione ha superato anche la fase di sperimentazione e viene oggi scelta soprattutto da donne giovani che, dopo aver ricevuto una diagnosi di tumore, decidono di conservare gli ovociti che potrebbero essere distrutti dalle terapie in genere utilizzate per eliminare le cellule tumorali. Infatti il 9% circa delle oltre 700 mila donne cui ogni anno viene diagnosticata una patologia oncologica è in età potenzialmente fertile e si scontra, oltre che con la necessità di sconfiggere il tumore, anche con quella di preservare la possibilità di diventare madre.
La vitrificazione è però utile anche alle donne affette da gravi patologie ginecologiche, come l’endometriosi severa, o che si devono sottoporre a interventi chirurgici invasivi alle ovaie o, ancora, che hanno una storia familiare di esaurimento ovarico precoce. In tutti i casi gli ovociti da congelare vengono prelevati dopo una stimolazione ormonale che induce la maturazione di più follicoli all’interno delle ovaie della paziente.
Proprio grazie a questa procedura la donna che si era rivolta ai Centri Genera ha potuto, una volta superata la malattia, avvalersi delle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
E’ un giorno di grande felicità per il nostro staff
ha dichiarato Laura Rienzi, direttore del laboratorio Genera
ma anche una data storica per la medicina della riproduzione italiana che conferma il suo primato europeo nella crioconservazione ovocitaria.
Via | Comunicato stampa
Foto | da Flickr di Nina Matthews Photography