Tubercolosi, 7 nuovi casi fanno tremare Milano
Il batterio è stato identificato in due scuole e all'Università Statale. Ieri il ragazzo più grave ha iniziato le cure sperimentali
L’Italia torna a lottare contro la tubercolosi. A comunicarlo è la Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip), che attraverso una nota stampa ha fatto sapere che sono 7 i casi di Tbc accertati in questi giorni a Milano: 3 in una scuola media, 2 in una scuola elementare e 2 alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi. Il più grave è quello di un ragazzino di 11 anni che è stato infettato da un batterio resistente a più farmaci, appartenente al ceppo Xdr (Extensively drug-resistant).
Si tratta di un ceppo molto raro e difficile da trattare che, al contrario di quanto avvenuto in questa occasione, abitualmente non colpisce soggetti in età pediatrica, né quelli perfettamente immunocompetenti o senza patologie di base
spiega Susanna Esposito, presidente della Sitip.
Ieri, dopo opportuni esami microbiologici, il bambino ha iniziato la terapia, che prevede l’uso di ben 5 farmaci. Esposito ha spiegato che
poiché due di questi sono da somministrare per via endovenosa, in questa prima fase il bambino sarà curato in regime di ricovero ospedaliero per alcune settimane; saranno poi necessari parecchi mesi di terapia orale.
Molti di questi farmaci contro la tunercolosi sono ancora in via sperimentale nei bambini, ma il loro impiego, precisa l’esperta,
è reso necessario per la complessità e l’aggressività del microrganismo identificato.
Per evitare la diffusione del contagio sono già stati avviati controlli a tappeto. Per ora il ceppo multiresistente è stato identificato solo in un altro ragazzo, compagno di scuola dell’undicenne. La sua situazione, fortunatamente, è meno complessa. Nella stessa scuola sono stati anche identificati due casi asintomatici e circa dieci ragazzi positivi che, però, non hanno sviluppato la malattia. In tutti i casi è previsto un monitoraggio medico della durata di 12-18 mesi.
L’origine dell’infezione e la lotta contro la malattia
La fonte del contagio non è ancora nota. Si pensa che il microrganismo provenga dall’Europa dell’Est, ma finora non è stata trovata nessuna prova certa della sua origine. L’alta incidenza del microrganismo nella classe del ragazzo ha portato ad estendere i test anche alle persone che sono entrate in contatto con i bambini al di fuori della scuola. Tuttavia, queste analisi non hanno identificato nessun caso al di fuori dell’istituto.
Proprio in questi giorni la tubercolosi è stata al centro delle discussioni degli esperti riuniti al XII Congresso Nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), che hanno ricordato che la Tbc è ricomparsa in Europa 25 anni fa, dopo il collasso del sistema sanitario sovietico. L’obiettivo è di eradicare la malattia entro il 2050.
Per quanto riguarda i ceppi resistenti ai farmaci – oltre all’Xdr ne esiste anche un altro, detto Mdr – attualmente le stime parlano di 630 mila infezioni nel mondo.
Il picco si è avuto in Lettonia
ha spiegato Giuliano Rizzardini, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano,
dove la tubercolosi Mdr rappresenta il 62% dei casi. Come se non bastasse, gli scienziati hanno visto un aumento dei casi di malattia ampiamente farmaco resistente (Xdr).
Quello della resistenza ai farmaci non è però un problema esclusivo della Tbc. Come ha spiegato Orlando Armignacco, presidente nazionale della Simit,
una sfida per gli infettivologi oggi e ancor più domani è rappresentata dalle infezioni causate da germi che oramai sono resistenti agli antibiotici oggi disponibili. Accanto alla necessità di avere nuovi farmaci vi sarà l’urgenza di trovare nuovi schemi per combattere queste infezioni con i mezzi che abbiamo oggi a disposizione, prima fra tutti la prevenzione.
Via | Ansa; Adnkronos; Corriere.it; Simit
Foto | da Flickr di Simone Ramella