Scoperto il gene del jet lag, impedisce all’orologio biologico di sincronizzarsi con il nuovo fuso orario
E' stato identificato nei topi e apre la strada alla messa a punto di nuovi farmaci. Il suo nome? SIK1
Il jet lag è un problema che può avere diverse ripercussioni negative sulla salute. L’interruzione dell’orologio circadiano che sincronizza l’attività delle cellule dell’organismo con lo scorrere delle ore della giornata è stata infatti associata non solo all’alterazione delle capacità cognitive e all’indebolimento del sistema immunitario, ma anche a patologie croniche come il cancro, il diabete e i disturbi cardiaci e a problemi della sfera psichiatrica come la schizofrenia e al disturbo bipolare. Oggi un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Cell, identifica il gene alla base della difficoltà dell’organismo di adattarsi a nuovi fusi orari che porta proprio al fenomeno del jet lag. Il suo nome è SIK1 e a scoprire il suo ruolo sono stati i ricercatori dell’Università di Oxford e del gruppo farmaceutico svizzero F. Hoffmann-La Roche.
Abbiamo identificato un sistema che impedisce attivamente all’orologio dell’organismo di risincronizzarsi
ha spiegato Stuart Peirson, co-responsabile della ricerca insieme a Russell Foster.
Pensandoci, ha un senso avere un meccanismo di tamponamento che fornisca una certa stabilità all’orologio. L’orologio deve essere sicuro di avere a che fare con un segnale affidabile e se il segnale arriva nello stesso momento per più giorni probabilmente ha una rilevanza biologica.
Questo spiegherebbe perché può essere necessario un giorno per ogni ora di differenza di fuso orario prima che l’orologio biologico si sincronizzi con la nuova ora. Tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Peirson, questo meccanismo di controllo riduce la capacità di sincronizzarsi con il nuovo fuso orario e causa, così, il jet lag.
La scoperta apre le porte allo sviluppo di nuovi farmaci che aiutino ad evitare questo fenomeno favorendo la sincronizzazione dell’orologio biologico. Fortunatamente gli esperimenti condotti dai ricercatori sui topi hanno svelato che anche se i geni coinvolti in questo processo sono circa un centinaio, basta bloccare il funzionamento di SIK1 per velocizzare questa sincronizzazione.
Tuttavia, ci vorrà ancora molto tempo prima di poter avere a disposizione un rimedio definitivo al jet-lag che agisca su questo meccanismo. Cosa fare nel frattempo? Alcune ricerche suggeriscono che viaggiare a stomaco vuoto, evitando di mangiare per l’intera durata del volo, possa aiutare l’organismo ad adattarsi più rapidamente al nuovo fuso orario. In alternativa si può optare per gli occhiali a LED pensati proprio per combattere il jet lag. I rimedi riservati dal futuro sono invece ancora tutti da scoprire.
Via | EurekAlert!; Daily Mail