La medicina alternativa non è una bufala, parola di esperti
Osteggiate in più occasioni e da più parti, le pratiche mediche non convenzionali sono sempre più accettate anche dai medici, soprattutto quelli di medicina generale. Ne parla il Daily Mail e noi riportiamo l'interessante analisi della situazione
Si chiamano omeopatia, naturopatia, agopuntura, ayurveda, ma vengono tutte raggruppate – insieme a molti altri approcci alla cura dell’individuo non basati su farmaci – sotto un’unica denominazione, quella di medicina alternativa, la cui efficacia viene spesso messa in dubbio dai fan più ortodossi della cosiddetta medicina convenzionale. Eppure anche fra i medici il ricorso a queste pratiche e ai loro rimedi è sempre più frequente. Ne è un esempio quello del Regno Unito, di cui il Daily Mail ha recentemente dipinto un interessante ritratto: la metà dei medici di base britannici suggerisce ai propri pazienti terapie non comprese nella medicina tradizionale, 400 sono membri della Faculty of Homeopathy e 900 della British Medical Acupuncture Society.
Una scelta che, spiegano i medici, inizialmente dipende dalle esigenze dei pazienti, che per ragioni di salute non possono sempre affidarsi ai rimedi offerti dalla medicina convenzionale, ma che viene poi fatta propria alla luce dei risultati clinici ottenuti. Insomma, la medicina alternativa non è una bufala, ma funziona davvero, almeno per alcuni pazienti e per questo sempre più medici (soprattutto di medicina generale) la affiancano alla medicina convenzionale, contribuendo alla transizione dalla denominazione di “medicina alternativa” a quella di “medicina complementare”.
Stiamo riconoscendo sempre di più che la medicina convenzionale non ha tutte le risposte. E’ ottima per la diagnosi, ma non è sempre in grado di trattare il problema identificato
spiega dalle pagine del Daily Mail il dottor Michael Nixon, aggiungendo:
La principale critica sollevata contro la medicina alternativa è che mancano prove che la supportino, ma alcune erbe hanno molte prove a loro sostegno. Per l’erba di San Giovanni, ad esempio, è ben provato che tratti la depressione di grado lieve e moderato, e la menta è utilizzata da molto tempo (e prescritta dai medici sotto forma di Colpermin) per gli spasmi intestinali. Quando offriamo ai pazienti la possibilità di scegliere tra un fitoterapico e un medicinale ortodosso per disturbi comuni come l’insonnia, l’artrite, la tosse e l’emicrania, in 7 su 10 scelgono il fitoterapico. Il 50% dice che è stato utile e il 40% che la volta successiva lo comprerebbe prima di prendere un appuntamento con il medico.
In genere di fronte ad affermazioni di questo tipo c’è sempre qualcuno che porta avanti l’ipotesi che quello osservato dai medici e sperimentato dai pazienti sulla loro pelle sia solo un effetto placebo. Da questo punto di vista, sono sempre più numerose le ricerche che dimostrano che anche la tanto criticata omeopatia può avere un effetto significativamente diverso da quello di un placebo, non solo in ambito umano, ma anche in quello veterinario.
D’altra parte, quello che in realtà interessa ai medici che hanno abbracciato le medicine complementari non è tanto dimostrare che funzionano alla comunità scientifica, quanto offrire ai pazienti una soluzione che migliori il loro stato di salute.
Ci sono state molte situazioni in cui non potevo prescrivere medicinali a causa delle contorindicazioni
racconta Tim Robinson, medico di medicina generale e membro della Faculty of Homeopathy.
C’erano anche condizioni per cui c’era poco da offrire dal punto di vista medico.
Ora, racconta il medico
tratto 1-2 pazienti al giorno con l’omeopatia, dopo aver effettuato la diagnosi medica e considerato le opzioni – convenzionali ed omeopatiche (…) L’omeopatia può offrire rimedi efficaci per le coliche, la dentizione, i disturbi del sonno, le paure notturne e il mal d’auto, ma ci sono volte in cui le medicine convenzionali sono migliori (…) Ci sono delle condizioni che non proverei mai a trattare con l’omeopatia – non è un sostituto per l’immunizzazione dei bamibini (…) e non può essere utilizzata per proteggere contro la malaria. Non la prescriverei mai nemmeno se sospettasi che un paziente ha il cancro e non può essere utilizzata per abbassare il colesterolo o per trattare una tiroide ipoattiva. Ma omeopatia significa avere uno strumento in più nel mio kit quando la medicina convenzionale non ha molto da offrire, o i miei pazienti vogliono un’alternativa.
Il dottor Tanvir Jamil, oggi anche agopuntore, è di opinione simile:
Prima di tutto sono un medico ortodosso. L’agopuntura è solo uno strumento che utilizzo per complementare le altre mie abilità da medico. Ci sono molte condizioni per cui non la userei, inclusi diabete, psoriasi, eczemi e indigestioni, perché per queste non funziona, e l’ipertensione deve essere trattata con i farmaci.
Sarah Brewer, nutrizionista e sostenitrice della fitoterapia, sottolinea invece che
almeno il 40% dei farmaci che i medici prescrivono ogni giorno sono derivati inizialmente dalle erbe – l’aspirina deriva da un estratto di corteccia di salice.
Il Daily Mail riporta altre opinioni di medici che oltre a praticare la medicina tradizionale si affidano all’ipnoterapia, all’ayurveda, alla fitoterapia e alla naturopatia. La conclusione sembra essere sempre la stessa: laddove funziona, la medicina complementare è una valida alternativa alla medicina convenzionale. Probabilmente la verità sta proprio in questo “giusto mezzo” e l’errore sta nel credere che la soluzione possa risiedere solo da una parte o che sia efficace e reale solo ciò cui l’uomo riesce a dare una spiegazione razionale. Una presa di posizione sterile che, se alla fine di ogni dibattito sulla questione risultasse che ad avere ragione sono i sostenitori delle medicine alternative, potrebbe rivelarsi estremamente controproducente per l’uomo stesso.
Via | Daily Mail