Ddl Lorenzin, niente più fumo né sigaretta elettronica nelle scuole
Approvato il disegno di legge proposto dal Ministro della Salute. Le novità non riguardano solo il tabacco
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con il Consiglio dei Ministri in procinto di vagliare le proposte del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in tema di fumo e sigarette elettroniche. Oggi torniamo a parlarne, confermando una notizia preannunciata: il ddl Lorenzin stabilisce che in tutte le aree scolastiche, sia pubbliche che paritarie, non sarà consentito a nessuno, adulti inclusi, di accendere una sigaretta e anche le e-cig saranno bandite dalle scuole. Confermato anche il divieto di vendita delle sigarette elettroniche contenenti nicotina ai minorenni, mentre è saltata la proposta di estendere il “vietato fumare” nelle automobili private in presenza di bambini e donne incinte, di cui si discuterà ulteriormente in Parlamento.
Si tratta di un primo importante passo in avanti verso una necessaria regolamentazione del settore della sigaretta elettronica
ha commentato Massimiliano Mancini, presidente dell’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (A.Na.F.E).
Le conferme di divieto di vendita ai minori e di utilizzo presso gli edifici scolastici e pubblici non possono da noi che essere condivise e interpretate come un segnale di attenzione da parte del Governo nei confronti del nostro settore. Su alcuni aspetti più tecnici del ddl, quali ad esempio avvertenze ed etichettature, speriamo che il Ministro possa dare avvio del tavolo di lavoro già annunciato.
Auspichiamo però che il Governo riveda la decisione relativa all’eccessiva tassazione al 58,5% prevista dal Dl Lavoro e IVA, possibilmente già la prossima settimana.
Non solo fumo: le altre novità del ddl Lorenzin
Il Consiglio non si è però riunito solo per discutere in materia di fumo. Il disegno di legge Lorenzin si occupa infatti anche di Livelli essenziali di assistenza (Lea), sperimentazioni cliniche, riforma degli Ordini professionali e lotta all’abusivismo, formazione specialistica, sicurezza alimentare, benessere animale, promozione di stili di vita corretti e reati contro i pazienti ricoverati. Il tutto riassunto in 27 articoli che affondano le loro radici nei precedenti ddl Fazio e Balduzzi. Ecco le novità principali.
- La normativa che regola la sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano dovrà essere riformulata in modo da stabilire i requisiti dei centri che vi parteciperanno, le modalità di attivazione dei centri in cui verranno effettuati gli studi di fase I, semplificare alcuni adempimenti, individuare il ruolo di responsabile legale delle strutture, stabilire meccanismi di valutazione dei risultati, istituire un master in gestione di studi clinici e riformulare le sanzioni da applicare in caso di violazioni.
- Le prestazioni di controllo del dolore del parto dovranno essere incluse nei Lea.
- Il Parlamento dovrà proseguire l’attività di riordino della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie, incluse quelle di biologo e psicologo.
- La pena per esercizio abusivo di una professione sanitaria aumenterà da un terzo alla metà e i beni utilizzati per commettere reati saranno confiscati e destinati a strutture pubbliche o private che prestano cura e assistenza a persone con difficoltà economiche o sociali.
- Gli specializzandi ammessi al biennio finale del corso di specializzazione dovranno iniziare a prestare attività in strutture del Servizio Sanitario Nazionale.
- Chi ha più lauree o diplomi in ambito sanitario potrà svolgere contemporaneamente tutte le relative professioni che possono essere svolte in farmacia, ad eccezione di chi prescrive farmaci, che non può partecipare all’utile della farmacia.
- Dovranno essere riviste le disposizioni in materia di sicurezza di alimenti e mangimi, che dovranno prevedere multe da un minimo di 500 a un massimo di 150mila euro.
- Verrà istituito un apposito elenco di stabilimenti del settore alimentare che intendono esportare verso i Pasi Terzi per assicurare tracciabilità, sicurezza e qualità dei prodotti alimentari. Allo stesso modo, saranno anche istituiti elenchi dei laboratori che si occupano del controllo degli operatori dei settori della mangimistica e dell’alimentazione, le cui eventuali irregolarità potranno essere punite con sanzioni dai 3mila ai 9mila euro e con la sospensione, in caso di reiterazione del reato, si una sospensione da 1 a 3 mesi dagli elenchi. Gli operatori dei settori alimentare e mangimistico devono iscrivere gli stabilimenti controllati nel Sistema informativo nazionale veterinario per la sicurezza alimentare, pena una multa dai 500 ai 1500 euro.
- Ristoranti, gastronomie e mense devono mettere a disposizione dei clienti anche il sale arricchito di iodio e fornire informazioni sugli effetti della iodoprofilassi, pena una multa dai 2mila ai 6mila euro.
- Ogni anno il Ministero della Salute dovrà presentare al Parlamento una relazione sulle sofisticazioni alimentari. Entro il 30 giugno di ogni anno la relazione dovrà essere presentata anche alla Commissione europea.
- Dovranno essere adottati regolamenti per tutelare l’incolumità personale dalle aggressioni dei cani – incluse le misure idonee per avere un cane e l’istituzione di percorsi formativi per i proprietari dei cani -, vietare la detenzione di esche e bocconi avvelenati e stringere sulle forme di addestramento violente. Nuove norme anche per le manifestazioni che coinvolgono i cavalli.
- Sospetti e conferme di malattie veterinarie dovranno essere notificate dalle Asl attraverso il sistema informativo nazionale per la notifica delle malattie animali ed entro 24 ore dall’accertamento del focolaio primario o almeno il primo giorno lavorativo dopo l’accertamento del focolaio secondario.
- Il divieto di fumare è esteso anche alle aree all’aperto degli istituti scolastici.
- L’uso delle sigarette elettroniche è vietato nei luoghi scolastici chiusi e le e-cig contenenti nicotina sono vietate ai minorenni. La vendita ai minori di anni 18 di questi prodotti è punita con una multa dai 1500 ai 9mila euro, mentre il loro uso nelle scuole con multe da mille a 6mila euro.
Via | Quotidiano Sanità