Nelle sigarette elettroniche la nicotina è solo un terzo di quella fumata con le bionde
Secondo nuovi studi non conterrebbero nemmeno altre sostanze pericolose. Per questo la scelta di tassarle sarebbe assurda
Se, come è stato affermato in passato, uno dei fattori che rendono le sigarette elettroniche pericolose per la salute è la presenza di nicotina al loro interno, i risultati di un nuovo studio presentato questa mattina a Napoli smonterebbero ogni capo d’accusa. Le analisi effettuate presso una delle sedi statunitensi degli Arista Laboratories hanno infatti svelato che 10 aspirazioni effettuate con la più potente delle e-cig caricata con il liquido contenente 16 milligrammi di nicotina per ml (la concentrazione più elevata a disposizione) porta ad assumere 0,3 milligrammi della tanto temuta sostanza, una dose corrispondente a un terzo della quantità media di nicotina fornita da una sigaretta tradizionale, pari a 0,9 milligrammi.
Secondo Riccardo Ascione, amministrato delegato di Ovale Europe, gruppo operante nella progettazione, nella produzione e nella produzione di sigarette elettroniche e loro accessori,
i dati dimostrano come ci sia una forte disinformazione su questi strumenti che, invece, costituiscono un valido alleato nella lotta al tabagismo. L’emendamento che prevede la tassazione di tutti i prodotti e-cig del 58,5 per cento è assurda e metterebbe in ginocchio un sistema che si propone come alternativo al fumo.
Per gli svapatori, però, le buone notizie non finiscono qui. L’incontro svoltosi questa mattina è stato anche l’occasione per presentare i dati delle analisi condotte all’Università Federico II di Napoli da Marco Trifuoggi e collaboratori.
Nei nostri laboratori di ricerca abbiamo esaminato alcuni liquidi per sigaretta elettronica della ditta Ovale
ha raccontato Trifuoggi, docente di chimica analitica degli inquinanti.
Si tratta di soluzioni acquose, quindi acqua e un aroma naturale con l’aggiunta, in alcuni casi, di nicotina. Abbiamo cercato di certificare se nella composizione dei liquidi ci fossero oltre ai normali metalli quali sodio, potassio, calcio, magnesio naturalmente presenti sia nelle acqua di partenza sia negli aromi naturali, anche metalli che possano danneggiare la salute, quindi metalli tossici e nocivi per l’uomo.
La verifica è stata fatta sulla presenza in quantità tangibili di metalli quali arsenico, manganese, cromo, vanadio, piombo e così via. Sostanzialmente quello che abbiamo verificato è che la loro presenza può essere esclusa fino ai limiti di rilevabilità strumentale e soprattutto fino ai limiti di rilevabilità compatibili con normali prodotti per questo uso.
Alla luce di questi risultati secondo Ovale “l’accanimento del governo Letta contro un grande strumento di lotta al tabagismo” risulta ancora più incomprensibile e quella di tassare le e-cig parrebbe
una scelta assurda che vorrebbe condannare alla chiusura uno dei pochi settori che hanno creato occupazione e sviluppo in questi mesi di profonda crisi economica.
Via | Corriere dell’Università; Repubblica.it; Repubblica Napoli