Integratori, l’olio di pesce ricco di omega 3 aumenta il rischio di tumore alla prostata
Dosi troppo elevate degli acidi grassi amici della salute possono avere effetti negativi. Ecco cosa ne pensano gli esperti
Quello degli integratori alimentari è un mercato fiorente in Italia. Gli esperti non sono, però, tutti d’accordo né sulla loro efficacia, né sulla loro sicurezza. Un nuovo studio del Fred Hutchinson Cancer Research Centre di Seattle aggiunge nuovi dubbi a tal proposito suggerendo che l’assunzione di supplementi a base di olio di pesce ricco di omega 3 potrebbero favorire l’insorgenza del tumore alla prostata.
I dati che hanno portato a questa conclusione provengono da un progetto di ricerca che ha valutato l’utilità dell’assunzione di integratori per prevenire lo sviluppo di questo tipo di tumore. L’analisi, che ha coinvolto più di 2.000 uomini, ha svelato che l’olio di pesce aumenta del 43% il rischio di sviluppare un cancro alla prostata. In particolare, questo tipo di integratori è stato associato ad un aumento del 71% della probabilità di avere a che fare con una forma aggressiva del tumore e del 44% di quella di svilupparne forme meno pericolose.
Per il momento non è chiaro quale sia il meccanismo alla base di questo fenomeno, ma i ricercatori pensano che gli omega 3 presenti nell’olio di pesce potrebbero limitare l’attività del sistema immunitario o danneggiare il Dna. Ciò che sembra, invece, piuttosto sicuro è che per aumentare il rischio di cancro è sufficiente assumere un solo integratore al giorno o superare le 2 porzioni di pesce ricco di omega 3 raccomandate nell’alimentazione settimanale. Per questo i ricercatori consigliano di non mangiare più di 2 volte alla settimana pesce grasso come il salmone o lo sgombro.
A tal proposito Alan Kristal, coautore dello studio, ha sottolineato che
ci sono buone cose nel pesce, quindi il messaggio è moderazione. Probabilmente non è pericoloso per la salute ed è buono.
Il ricercatore ha però fatto presente che le quantità di olio di pesce presenti negli integratori sono enormi rispetto a quelle che si possono introdurre con l’alimentazione.
Kristal ha sottolineato che il problema non riguarda solo gli omega 3:
Continuando a fare sempre più studi di questo tipo (…) scopriamo che elevate dosi di integratori non hanno effetto o aumentano il rischio di sviluppare la malattia che si sta cercando di prevenire.
In realtà non c’è un singolo esempio in cui assumere un integratore riduca il rischio di malattie croniche.
Non solo, secondo l’intero team che ha condotto questo studio ci sarebbero sempre più prove della pericolosità dell’assunzione di dosi elevate di integratori. Come sempre, insomma, ciò che sembra emergere è che il segreto stia nel non esagerare. E, ancora una volta, che la scelta migliore per mantenersi il più possibile in salute sia un’alimentazione equilibrata.
Via | Daily Mail
Foto | da Flickr di Peter Rosbjerg