Farmaci contro il cancro a pagamento, la risposta dell’ex ministro Balduzzi
Arriva la replica del ministro Balduzzi, in merito alla notizia della commercializzazione a pagamento anche in Italia di alcuni farmaci per la cura del cancro, una notizia che nei giorni scorsi ha destato molto scalpore.
L’ex ministro Balduzzi parla della decisione di commercializzare in Italia nuovi farmaci per la cura del cancro, medicinali che saranno a pagamento per i malati. Questa notizia aveva destato molto clamore e reazioni avverse: l’Aifa, l’Agenzia Italiana per il Farmaco, il 27 marzo scorso aveva approvato la diffusione in Italia di due farmaci per il cancro a pagamento, il Pertuzumab (Roche) e l’Afibercept (Sanofi-Aventis). Medicinali per i quali non è previsto un rimborso da parte del Servizio Sanitario Nazionale e che, quindi, sono completamente a carico del malato.
I farmaci, già disponibili in farmacia, sono stati messi in vendita a pagamento grazie alla clausola contenuta nel decreto Balduzzi del maggio 2013 che stabilisce l’immissione automatica nel circuito di vendita dei farmaci della fascia C, a pagamento, che sono stati approvati dalla UE, anche se ancora non è stato raggiunto tra Aifa e le aziende produttrici l’accordo sul prezzo per il rimborso.
Ovviamente in molti si erano lamentati di questa possibilità: se da un lato si cercava di immettere nel mercato italiano farmaci innovativi, senza dover aspettare i due anni canonici per l’arrivo nel nostro paese di medicinali approvati a livello europeo, dall’altro si penalizza i malati, favorendo quelli con reddito maggiore che possono permettersi di acquistare tali farmaci (si parla di cifre davvero elevatissime oltre i 10mila euro per la cura).
L’ex ministro della salute Renato Balduzzi si difende così dalle accuse:
Affermare che la norma crea una discriminazione tra chi si può permettere un farmaco e chi no, significa guardare solo in superficie il nuovo contesto normativo. Perché la discriminazione, se vogliamo, c’è anche adesso: se un farmaco è autorizzato in Europa, chi può se lo va a comprare direttamente nello Stato dove è già disponibile sul mercato.
Balduzzi ricorda che esiste la possibilità di classificare i farmaci nella classe A prima ancora dell’autorizzazione di immissione in commercio, così da poter essere completamente erogabili dal Ssn e che la scelta è stata fatta per poter immittere in commercio i farmaci senza troppi ritardi.
Via | Ilreferendum