Policlinico di Roma, indagine su 10 decessi per cure carenti e terapie inadeguate
La denuncia da parte del primario di Cardiochirurgia dopo un caso nel marzo scorso e altre morti sospette: sotto inchiesta il Pronto Soccorso.
Un nuovo caso di malasanità, almeno stando alla denuncia presentata dal primario di Cardiochirurgia del Policlinico Umberto I di Roma, Michele Toscano, scuote la struttura sanitaria romana che si è vista arrivare i Nas per l’acquisizione di cartelle mediche: le indagini si focalizzano su alcuni decessi dovuti a errori medici e irregolarità nel trattamento dei pazienti, una decina in tutto, morti dopo aver ricevuto cure carenti e terapie inadeguate in pronto soccorso.
L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Alberto Pioletti, è divisa in due filoni che partono da due denunce, entrambe presentate dal primario: la prima riguarda il caso di una donna deceduta il 25 Marzo scorso dopo un trasferimento dalla terapia intensiva all’unità coronarica, giudicato avventato e senza le giuste precauzioni sanitarie di base oltre che irregolare dal punto di vista della procedura medica, poiché il reparto di accettazione aveva rigettato l’ammissione della paziente. Caso grave, la paziente sarebbe stata forzatamente trasferita solo per liberare un letto in terapia intensiva che doveva servire ad un’altra persona a tutti i costi, lasciando ipotizzare scenari ben poco corretti e legalmente perseguibili.
Il secondo filone, direttamente collegato al primo esposto del primario di Cardiochirurgia, indaga sui successivi dieci decessi avvenuti negli ultimi quattro mesi al Pronto Soccorso del Policlinico e legati, secondo indiscrezioni, ad una più ampia inchiesta che riguarda molti altri reparti del Policlinico, guidata dal magistrato titolare del pool sui reati contro la pubblica amministrazione, Francesco Caporale: non a caso il direttore generale dell’Umberto I Domenico Alessio ha chiesto di essere ascoltato in Procura come persona informata dei fatti, al fine di chiarire debitamente la posizione della struttura che egli rappresenta.
Via | Corriere