Speranze per la Sla dalle cellule staminali, i primi risultati sono positivi
L'assenza di effetti collaterali apre le porte alla seconda fase della sperimentazione, approvata da Aifa e Istituto Superiore di Sanità
La ricerca italiana potrebbe avere fra le mani la terapia del futuro contro la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la malattia neurodegenerativa che colpisce le cellule nervose responsabili dei movimenti della muscolatura volontaria tristemente nota per portare ad una progressiva paralisi di chi ne soffre. Infatti secondo quanto dichiarato durante un convegno da Angelo Vescovi, coordinatore di una sperimentazione partita il 25 giugno dello scorso anno, le prime prove di trapianto con cellule staminali cerebrali hanno dimostrato l’assenza di effetti collaterali.
Le ricerche, promosse dall’associazione Neurothon e autorizzate dall’Istituto Superiore di Sanità, hanno per ora coinvolto 6 pazienti affetti da Sla. Quello eseguito lo scorso anno era il primo trapianto al mondo di cellule staminali cerebrali umane. Negli Stati Uniti è in corso una sperimentazione analoga; i risultati ottenuti in Italia sono, però, migliori.
Siamo soddisfatti ed orgogliosi di aver mantenuto la promessa fatta ai nostri sostenitori, ai malati e alle loro famiglie, di avviare una sperimentazione di terapia cellulare sulla Sla
ha dichiarato Vescovi.
Il nostro è uno studio sperimentale condotto secondo i più rigorosi criteri scientifici ed etici, per una malattia neurologica mortale.
Infatti l’uso delle cellule staminali cerebrali non deve fare i conti con tutte le problematiche etiche e morali poste dalle cellule staminali embrionali, il cui uso è fortemente osteggiato perché porterebbe alla distruzione degli embrioni da cui derivano. Le cellule utilizzate in questa sperimentazione, invece, sono ottenute a partire da pochissimi campioni di cellule fetali neuronali prelevate da aborti spontanei, dalle quali si possono produrre quantità illimitate di staminali.
La sperimentazione, la cui prima fase si è conclusa positivamente alla fine dello scorso mese di marzo, si sta svolgendo secondo la normativa internazionale e le regole dell’European Medicine Agency. Le cellule utilizzate vengono prodotte secondo le cosiddette “norme di buona fabbricazione”, cioè in condizioni riconosciute idonee all’utilizzo in studi clinici dalle commissioni sanitarie nazionali, con certificazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Vescovi ha specificato che la sperimentazione
è sostenuta da un’associazione no profit e il nostro metodo, in opera dal 1999, non è stato brevettato.
I risultati della prima fase hanno fatto ottenere ai ricercatori l’autorizzazione di Istituto Superiore di Sanità e Aifa all’avvio della seconda fase della sperimentazione, in cui le cellule saranno trapiantate in zone più alte del midollo spinale, a livello cervicale.
Via | Ansa