Benessereblog Salute Trapianti di testa, secondo il neurochirurgo Sergio Canavero presto saranno realtà

Trapianti di testa, secondo il neurochirurgo Sergio Canavero presto saranno realtà

Sulla rivista Oggi, in uscita nelle edicole il 19 giugno, il neurochirurgo Sergio Canavero dichiara in esclusiva che entro due anni saranno possibili anche i trapianti di testa.

Trapianti di testa, secondo il neurochirurgo Sergio Canavero presto saranno realtà

Il 19 giugno 2013 è in uscita in edicola la nuova rivista Oggi, che ospita un’intervista in esclusiva del neurochirurgo italiano Sergio Canavero. Il medico, che opera a Torino e che è famoso per aver risvegliato un ventenne nel 2008, che da due anni versava in stato vegetativo, annuncia che a breve, entro un paio di anni, sarà possibile effettuare anche dei trapianti di testa.

Già nel lontano 1999 si era parlato di una possibilità del genere: il neurochirurgo statunitense Robert J. White annunciò questa possibilità, visto il successo sulle scimmie, ma in quel caso non si potevano riallacciare i nervi della spina dorsale e questo avrebbe provocato nel paziente trapiantato una paralisi dal collo in giù.

Il medico italiano, invece, racconta alla rivista Oggi del progetto Heaven/Gemini (Head Anastomosis Venture with Cord Fusion): il lavoro del dottor Canavero è stato anche pubblicato sulla rivista Surgical Neurology International, che ha parlato di un’iniziativa che schiude un campo ancora nuovo per la medicina contemporanea.

Nell’intervista ad oggi il neurochirurgo spiega che tramite speciali materiali chimici si può ripristinare l’integrità di una fibra nervosa tagliata. L’intervento va fatto in ipotermia profonda, per salvaguardare il cervello. Il donatore dovrebbe essere una persona morta per trauma cranico puro, senza alcuna lesione sostanziale a carico di altri organi, una persona che ha subito un ictus, mentre il ricevente può essere un paziente affetto da una malattia neuromuscolare degenerativa o tetraplegico.

La società dovrebbe già cominciare a pensare al modo per regolamentare questa procedura, prima che un intervento rivoluzionario, progettato per fornire una terapia radicale a malati profondamente sofferenti, diventi una pratica spregiudicata nelle mani di chirurghi senza scrupoli.

Foto | da Flickr di armymedicine

Via | Corriere

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