Scoperta la proteina della memoria, ricercatori spiegano come funziona
I ricercatori del Gladstone Institute hanno decifrato, individuato, scoperto e spiegato la cosiddetta proteina della memoria, l'Arc che regola l'attività dei neuroni che permettono al cervello di formare ricordi che durano nel tempo.
Gli scienziati hanno scoperto la proteina della memoria. I ricercatori del Gladstone Institute, infatti, hanno condotto uno studio i cui risultati sono apparsi su Nature Neuroscience, hanno finalmente spiegato il processo che porta il nostro cervello a creare ricordi di lunga durata. I neuroscienziati, in particolare, hanno scoperto un meccanismo importante che porta il cervello a regolare lo sviluppo e la comunicazione tra le sinapsi, in particolare quelle connessioni che permettono di formare i ricordi.
La proteina Arc o proteina della memoria, come è stata già ribattezzata, gioca un ruolo molto importante all’interno di questo processo. Che la proteina fosse indispensabile nella creazione della memoria a lungo termine era cosa già nota, ma l’esperimento e la ricerca condotti hanno permesso di individuare come questo processo avviene.
Tramite l’aiuto di alcuni animali e nella capsula di Petri, i ricercatosi hanno fatto scoperte davvero importanti:
Quando i singoli neuroni sono stimolati durante l’apprendimento, la proteina Arc inizia ad accumularsi nelle sinapsi, ma quello che abbiamo scoperto è che, subito dopo, la maggior parte delle proteine Arc venivano traghettate nel nucleo. Uno sguardo più attento ha rivelato tre regioni all’interno della proteina stessa in grado di dirigere i suoi movimenti: una esporta l’Arc dal nucleo, la seconda la trasporta nel nucleo e la terza la tiene lì. La presenza di questo sistema complesso e regolato è una forte evidenza che questo processo è biologicamente importante.
La proteina Arc, dentro il nucleo, dirige il processo con il quale si forma la memoria. Secondo i ricercatori è una scoperta molto importante perché svela il mistero del ruolo giocato dalle Arc, sia perché dà una nuova visione al meccanismo di formazione dei ricordi di lunga durata. Una scoperta molto importante, perché ad esempio disfunzioni della proteina e del suo trasporto possono giocare un ruolo importante in chi soffre di autismo, ad esempio
Foto | da Flickr di rdecom
Via | ucsf