Ipertensione, anche la vitamina D può essere d’aiuto
Nuove analisi hanno svelato l'associazione tra questa vitamina e valori di pressione più bassi. E' il caso di fare scorpacciate di integratori?
La vitamina D non è importante solo per la salute delle ossa. Uno studio di cui si è parlato a Parigi durante l’European Society of Human Genetics conferma infatti i dati raccolti fino ad oggi circa le potenzialità di questa molecola nel contrastare l’ipertensione. Vimal Karani, ricercatore dell’University College di Londra, ha infatti spiegato che i risultati ottenuti
suggeriscono decisamente che alcuni casi di malattie cardiovascolari potrebbero essere prevenuti utilizzando integratori di vitamina D o cibi fortificati.
Insieme ai suoi colleghi Karani ha combinato i dati di 35 differenti studi che, in totale, hanno coinvolto più di 155mila pazienti. L’analisi ha svelato che gli individui con le quantità più elevate di vitamina D in circolazione nel sangue sono caratterizzate da valori di pressione sanguigna più bassi. Di conseguenza, il loro rischio di sviluppare problemi di ipertensione è più basso. In particolare, i ricercatori hanno stimato che un aumento della concentrazione della vitamina pari al 10% possa corrispondere a una riduzione dell’8% della probabilità di avere a che fare con l’ipertensione.
Gli esperti sono, però, ancora cauti.
Non ci sono abbastanza prove per raccomandare alle persone di aumentare i livelli di vitamina D per ridurre la pressione del sangue e il rischio di malattie cardiache
ha commentato Doireann Maddock, della British Heart Foundation.
Se, però, future ricerche proveranno che la vitamina D è efficace in questo senso avrebbe tutte le potenzialità per essere utile a un grande numero di persone.
Nel frattempo, chi vuole fare il pieno di questo prezioso nutriente dovrebbe ricordare che per farlo non è necessario assumere per forza degli integratori. Infatti il 90% della vitamina D presente nell’organismo viene prodotta dall’organismo stesso grazie alla luce del sole. Fra gli alimenti, invece, pesce grasso, uova e fegato sono buone fonti di questa molecola.
Via | Daily Mail
Foto | da Flickr di Life Mental Health