I dieci diritti inviolabili dei malati oncologici
Lunedì all’ Istituto Europeo di Oncologia, l’ospedale fondato da Umberto Veronesi, si è svolto lo Ieo day e sono stati ricordati i diritti inviolabili dei malati. Nello specifico, ovviamente, si è parlato di malati oncologici, ma il decalogo dovrebbe essere garantito a tutti i pazienti ricoverati negli ospedali.
Dieci diritti per rispettare il paziente come individuo e soprattutto per migliorare le cure. È stato questo uno dei temi tratti durante lo Ieo Day, ovvero la giornata dell’Istituto Europeo di Oncologia, che ogni anno cura circa 100mila persone. Ma quali sono i diritti del malato oncologico?
- Avere cure mediche scientificamente valide
- Avere cure sollecite
- Avere diritto a una seconda opinione
- Il diritto alla privacy
- Il diritto a conoscere la verità sulla malattia
- Il diritto a essere informato sulle terapie
- Il diritto a rifiutare le cure
- Il diritto a esprimere le volontà anticipate
- Il diritto a non soffrire
- Il diritto al rispetto e alla dignità
Poche e semplici regole, eppure così preziose e spesso così dimenticate. Lo stesso Veronesi è intervenuto con queste parole:
I diritti dei malati troppo spesso vengono calpestati: dal modo di condurre la ricerca per scoprire nuove cure, fino all’accoglienza in ospedale, dove arriva a mancare perfino la privacy. È necessario più che mai ripartire dai reali bisogni dei pazienti.
Pensiamo solo al metodo Stamina, che ha tenuto banco nelle ultime settimane e che probabilmente continuerà a far parlare anche a causa della morta di una bimba affetta da Atrofia Muscolare Spinale (Sma1) il 2 giugno, che lo scorso 8 aprile aveva vinto il ricorso per potersi sottoporre alle terapie studiate da questo metodo (da alcuni paragonato a Di Bella).
Inoltre, è fondamentale che s’inizi davvero a ragionare sulla cura del malato e non solo della malattia. Ciò vuol dire informarlo nel migliore dei modi, non con foglio, quello del consenso informato, pieno di paroloni incomprensibili. E avere rispetto delle volontà del paziente, assistendolo anche nella morte e non solo nella guarigione. Per esempio, la morfina in alcune situazioni può davvero cambiare in meglio gli ultimi giorni di vita di un malato terminale.
Via | Corriere