Non solo antibiotici, anche il latte materno può uccidere i batteri
Un complesso lipoproteico totalmente naturale riduce le dosi di farmaci necessarie per uccidere i microbi. In alcuni casi è addirittura in grado di sconfiggere la resistenza alla loro azione. La scoperta dall'Università di Buffalo
E’ stato battezzato HAMLET, ma lascia spazio a ben pochi dubbi: l’Human Alpha-lactalbumin Made Lethal to Tumor Cells, complesso lipoproteico contenuto nel latte materno, riesce a rendere i batteri più sensibili agli antibiotici. La sua efficacia è tale che nel caso dello Streptococcus pneumoniae resistente alla penicillina e dello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina la sensibilità dei batteri agli antibiotici viene ripristinata.
A dimostrarlo sono due studi pubblicati su PLoS One, il primo lo scorso anno e il secondo sul numero di maggio della rivista. Grazie ad esperimenti condotti su colture batteriche e a test sugli animali Anders Hakansson, Laura Marks e Hazeline Hakansson, ricercatori dell’ateneo statunitense, hanno scoperto che HAMLET può ridurre al minimo le concentrazioni di antibiotico necessarie per sconfiggere le infezioni. Non solo, come ha spiegato Anders Hakanson, questo complesso lipoproteico
ci rende in grado di utilizzare ancora antibiotici ben conosciuti contro ceppi resistenti.
A rendere ancora più appetibile l’uso di HAMLET è anche un’altra sua caratteristica: la capacità di sfuggire al fenomeno della resistenza.
E’ promettente perché non siamo stati in grado di produrre batteri resistenti alla sua azione e perché uccide i batteri attraverso un meccanismo che è chiaramente differente da quello degli antibiotici comunemente utilizzati
ha spiegato Hazeline Hakansson.
Attualmente l’industria farmaceutica è riluttante all’idea di sviluppare antibiotici perché vengono utilizzati solo per un breve periodo e perché saranno utilizzati poco spesso all’inizio e solo quando nient’altro funziona. D’altra parte, HAMLET è più di un coadiuvante e può essere ampiamente utilizzato in combinazioni con antibiotici comuni; ha già un eneorme mercato potenziale che non potrà che cresce nel prossimo paio d’anni con l’aumento della resistenza agli antibiotici.
Laura Marks ha, invece, sottolineato che
differentemente dai farmaci di sintesi, HAMLET è un complesso di proteine e lipidi presente naturalmente nel latte umano e, quindi, non è associato con i tipi di effetti collaterali tossici che abbiamo così spesso visto con gli antibiotici potenziati necessari per uccidere gli organismi farmaco-resistenti.
Tutti gli inidizi raccolti fino ad oggi lasciano ben sperare nei confronti di questa nuova arma contro i batteri, tanto che è già stata presentata la domanda di brevetto per sfruttarne le attività antibiotiche. Ora Anders e Hazeline Hakansson intendono verificare l’efficacia di HAMLET su altri ceppi di strepto- e stafilococco.
Via | UB Reporter
Foto | da Flickr di Nathan Reading