Chemioterapia, con una cuffia refrigerata stop alla perdita dei capelli
Si chiama Paxman ed è prodotta a Manchester, ma la usano anche in Giappone. Ecco la tecnologia che riduce la perdita dei capelli durante la chemio sfruttando il semplice effetto del freddo sulla circolazione del sangue
Una cuffia refrigerata per limitare il più possibile la perdita dei capelli causata dalla chemioterapia: è questa l’innovazione tecnologica disponibile al reparto di Oncologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, in provincia di Modena, che è ora la seconda struttura ospedaliera, dopo un solo altro ospedale di Avellino, ad offrire ai pazienti che si devono sottoporre ad una terapia farmacologica per sconfiggere il cancro.
A promuoverne l’acquisto è stata l’équipe della Medicina Oncologica, diretta da Fabrizio Artioli. Grazie al coordinamento infermieristico di Angela Righi e alla collaborazione dell’Associazione Malati Oncologici (AMO), l’ospedale è riuscito a concludere l’acquisto dopo aver avuto modo di toccare con mano le potenzialità del sistema in due strutture pubbliche britanniche, il Christies Hospital di Manchester e l’ospedale di Huddesfield, simile per dimensioni a quello carpigiano) l’equipe della Medicina Oncologica del Ramazzini.
Cos’è e come funziona la cuffia
Lo strumento è una vera e propria cuffia in silicone morbido che viene indossata dal paziente circa 20 minuti prima dela chemioterapia, durante il trattamento e per un tempo variabile tra 45 minuti e 2 ore dopo la fine della cura. Collegandola ad un impianto frigorifero è possibile far circolare al suo interno un refrigerante che riduce gradualmente la temperatura del cuoio capelluto per poi mantenerla costante durante tutta la seduta di trattamento.
In questo modo si riduce significativamente il flusso del sangue verso i follicoli piliferi da cui nascono i capelli e, di conseguenza, la quantità del chemioterapico che proprio qui può far atrofizzare la radice del capello, causandone la caduta. Infatti spesso i chemioterapici non agiscono in modo abbastanza selettivo sulle cellule tumorali e ne uccidono anche di sane causando effetti collaterali come la ben nota perdita di capelli.
Il principio per cui il raffreddamento del cuoio capelluto durante l’infusione della chemioterapia riduce la perdita di capelli è noto anche se il problema, sinora, è stato il mantenimento delle basse temperature
ha spiegato spiega Righi, caposala della Medicina Oncologica del Ramazzini.
In passato, infatti, queste “cuffie” erano costituite da una gelatina che veniva raffreddata in freezer ma, una volta indossata, perdeva velocemente il suo “potere” refrigerante. La cuffia Paxman [questo il suo nome, n.d.r.], invece, mantiene costante la temperatura a – 4 °C e permette di trattare 2 pazienti per volta, per un totale di 4 al giorno.
Fra i chemioterapici il cui effetto può essere contrastato dalla cuffia sono inclusi l’epirubicina, la doxorubicina e il taxol.
La diffusione e l’utilità del sistema Paxman
Attualmente la famiglia di imprenditori Paxman è l’unica a produrre questo sistema di raffreddamento, al quale ha iniziato a lavorare negli anni ’50 del secolo scorso. Oltremanica la cuffia, che ha un costo di circa 30mila euro, è utilizzata in più di mille strutture, mentre nel resto del mondo è disponibile (oltre che ad Avellino e a Carpi) in Francia, Germania, Svizzera e Giappone, dove aiuta i pazienti a risolvere un problema non solo estetico, ma anche psicologico.
Ero liscia come una palla da biliardo e quella sensazione è stata davvero dolorosa. Un trauma che non avrei creduto di vivere in modo così forte
ha raccontato Lea Gasparini, vicepresidente dell’AMO.
Oltre alla preoccupazione di avere un cancro, c’erano quei capelli che cadevano e mi mettevano a disagio.
Franca Pirolo, della sezione AMO di Carpi, ha aggiunto:
Esistono molti rimedi per “nascondere” agli altri questa debolezza, ma una parrucca, quando si rimane da soli con se stessi, resta una finzione inutile. Il percorso che vive chi si trova ad affrontare una malattia come il tumore è tutto in salita. Ad occhi “esterni” la perdita temporanea dei capelli potrebbe sembrare il “male minore” ma chi ha vissuto questa esperienza sa che non è affatto così. Soprattutto per le donne.