Identificato nel cervello l’interruttore della creatività
Per aumentare la creatività basta “spegnere” una specifica area del cervello. Lo studio
I ricercatori dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia hanno identificato quello che potrebbe essere definito l’interruttore della creatività. In uno studio pubblicato sulla rivista Cognitive Neuroscience Sharon Thompson-Schill e colleghi hanno infatti dimostrato che inibire l’attività della corteccia prefrontale, l’area del cervello che funziona come una sorta di filtro impedendo ai pensieri, alle sensazioni e ai ricordi irrilevanti di interferire con ciò su cui ci si sta concentrando, può aumentare le capacità creative.
Per giungere a queste conclusioni gli scienziati hanno inibito il filtraggio operato dalla corteccia prefrontale utilizzando la stimolazione transcranica a correnti dirette (tDCS), che permette di influenzare l’attività elettrica indispensabile per la comunicazione tra i neuroni.
I partecipanti allo studio sono stati divisi in 3 gruppi: il primo ha ricevuto la tDCS a livello della corteccia prefrontale sinistra e il secondo a quella destra, mentre il terzo ha ricevuto una stimolazione inefficace, corrispondente a un placebo. All’interno di ciascun gruppo sono stati assegnati due diversi compiti: ad alcuni partecipanti è stato chiesto di indicare l’uso comune di alcuni oggetti d’uso quotidiano, mentre altri hanno dovuto associare agli stessi oggetti possibili funzioni per cui, in genere, non vengono utilizzati. A tutti, invece, è stato chiesto di ricordare una serie di numeri, un esercizio che non richiede il filtraggio operato dalla corteccia prefrontale.
Come atteso, nessuna stimolazione ha interferito con la capacità di ricordare questa serie di numeri o di associare ad un oggetto il suo uso più comune. Quando, invece, è stata bloccata l’attività della corteccia prefrontale sinistra è aumentata la capacità di associare ad un oggetto una funzione più fantasiosa.
I risultati ottenuti dagli scienziati supportano l’ipotesi che un controllo cognitivo troppo elevato possa essere uno svantaggio in alcuni casi, ad esempio nelle fasi iniziali dello sviluppo. In effetti, il lento sviluppo della corteccia prefrontale tipico dell’essere umano fa sì che i bambini non riescano ad ottenere buoni risultati in compiti che richiedono attenzione, ma che eccellano in quei compiti che, invece, richiedono immaginazione.