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Aspirina contro il melanoma, nuove conferme dagli Stati Uniti

Assumere regolarmente aspirina riduce il rischio di melanoma. Lo conferma uno studio dell'Università di Stanford

Aspirina contro il melanoma, nuove conferme dagli Stati Uniti

Un nuovo studio conferma il ruolo protettivo dell’aspirina contro il cancro alla pelle: i ricercatori della School of Medicine dell’Università di Stanford hanno dimostrato che le donne che assumono regolarmente per 5 anni questo antinfiammatorio sono esposte a un rischio di sviluppare un melanoma ridotto del 30%. La ricerca, pubblicata su Cancer, è lo studio più ampio che sia stato condotto fino ad oggi per identificare nuovi modi per prevenire questa forma di tumore e aggiunge ulteriori dettagli a quanto già svelato poco meno di un anno fa da un’altra ricerca pubblicata sulla stessa rivista.

All’epoca un gruppo di ricercatori danesi aveva rilevato una riduzione del 13% del rischio di melanoma maligno in chi assume farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS). Oggi Christina Gamba e i suoi colleghi di Stanford hanno osservato un’azione preventiva specifica da parte dell’aspirina non riscontrata nel caso degli altri FANS. Purtroppo, però, nonostante i dati a favore dell’ipotesi del ruolo protettivo di questo diffusissimo farmaco non è ancora possibile dire la parola definitiva sulla sua azione anti-cancro perché anche quest’ultimo studio ha delle limitazioni.

I dati utilizzati per l’analisi sono stati infatti ottenuti raccogliendo le informazioni fornite spontaneamente da circa 60 mila donne che hanno partecipato ad un ampio studio demografico statunitense sulla post-menopausa. Per 12 anni queste donne, selezionate perché di etnia caucasica e, quindi, più a rischio di melanoma a causa del minor contenuto di pigmenti nella pelle, hanno comunicato dati riguardanti la loro alimentazione, l’attività fisica svolta, l’abitudine ad esporsi al sole e l’assunzione di medicinali. Ne è emerso che dopo un anno di assunzione regolare di aspirina il rischio di melanoma è ridotto dell’11%, dopo 2-4 anni del 22% e dopo 5 anni e più del 30%.

Gli autori riconoscono che il fatto che le informazioni siano state riportate spontaneamente dalle donne coinvolte potrebbe aver lasciato spazio a degli errori, ad esempio, sulle esatte quantità di aspirina assunte e sul livello di esposizione ai raggi solari. Non solo, le partecipanti che hanno dichiarato di assumere FANS diversi dall’aspirina erano in numero minore rispetto alle altre e questo potrebbe aver impedito di riscontrare un effetto protettivo significativo anche per questi farmaci.

Nonostante ciò i risultati ottenuti sono incoraggianti.

C’è molto entusiasmo perché l’aspirina ha già dimostrato di avere effetti protettivi nei cofronti delle malattie cardiovascolari e del cancro al colon retto nelle donne

ha spiegato Jean Tang, responsabile dello studio.

Questo è un pezzo in più nel quadro della prevenzione.

L’azione preventiva potrebbe essere associata all’effetto antinfiammatorio dell’aspirina, che utilizza meccanismi diversi nell’organismo rispetto ad altri FANS. Dubbi rimangono anche sulle dosi da assumere per ridurre il rischio di melanoma. Ciò che si sa è che il 75% delle partecipanti a quest’ultimo studio non ha assunto l’aspirinetta, ma il farmaco alle dosi classiche o “extra-strong”.

Via | Stanford School of Medicine
Foto | Flickr

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