Troppo sale favorisce lo sviluppo di malattie autoimmuni
Studi preliminari svelano che anche il consumo eccessivo di sale può essere legato l'aumento dell'incidenza di malattie autoimmuni
Una dieta troppo ricca di sale potrebbe predisporre allo sviluppo di malattie autoimmuni. A svelarlo sono due studi pubblicati su Nature dai ricercatori della Yale School of Medicine di New Haven e dell’Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti) in cui è stato dimostrato che sia nei topi, sia nelle cellule umane elevate concentrazioni di cloruro di sodio (il comune sale da cucina) stimolano un particolare gruppo di globuli bianchi (le cellule Th17) coinvolti proprio nello sviluppo di patologie a base autoimmune, come la sclerosi multipla.
Come sottolineato dagli autori, negli ultimi 50 anni l’incidenza delle malattie autoimmuni è aumentata significativamente. Studi precedenti hanno permesso di identificare i geni coinvolti nello sviluppo di queste patologie, svelando che alla loro base ci sono soprattutto i fattori responsabili delle risposte immunitarie. In effetti il sistema immunitario umano si trova in uno stato di equilibrio delicato e se è vero che quando la sua attività si riduce l’organismo è più vulnerabile alle minacce esterne, è altrettanto vero che un’attività troppo elevata danneggia il corpo anziché proteggerlo. Poco, però, si sa dell’influenza di fattori esterni, probabilmente responsabili dell’aumento dell’incidenza di queste malattie. Queste nuove ricerche fornisce una delle prime indicazioni a tal proposito. Ma perché proprio il sale e le cellule Th17?
Oltre a promuovere l’infiammazione che protegge dai patogeni queste particolari cellule del sistema immunitario sono state già in passato associate a malattie come la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide e la spondilite anchilosante. Altre ricerche hanno dimostrato che nei topi le cellule Th17 non vengono prodotte se manca un gene, SGK1, che nell’apparato digerente e nei reni, contribuisce all’assorbimento del sale.
Per questo motivo i ricercatori si sono concentrati sul legame tra sale e fenomeni autoimmuni, dimostrando che nei topi alimentati con una dieta ricca di sale è possibile indurre malattie autoimmuni in forme più severe e con maggior frequenza. Ciò non significa che il sale sia il responsabile dello sviluppo della patologia, ma, come ha spiegato Vijay Kuchroo, responsabile di una delle ricerche,
abbiamo questa architettura genetica – geni che sono stati associati a diverse forme di malattie autoimmuni e predispongono una persona a sviluppare malattie autoimmuni. Ma sospettiamo che anche fattori ambientali – infezioni, fumo e carenza di luce solare e vitamina D – possano giocare un ruolo. Il sale può essere un elemento in più sulla lista dei fattori ambientali predisponenti che possono promuovere lo sviluppo dell’autoimmunità.
E’ prematuro dire “Non dovete mangiare sale perché svilupperete una malattia autoimmune”
ha aggiunto Aviv Regev, coautore della scoperta.
Stiamo lanciando un’interessante ipotesi che ora deve essere testata attraverso accurati studi epidemiologici nell’uomo.
In ogni caso, scienza e medicina hanno già fornito ragioni a sufficienza per scegliere i limitare il consumo di sale quotidiano. Non a caso proprio quella in corso è la settimana “Meno sale, più salute”.
Via | Science Daily
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