Benessereblog Salute Terapie e Cure Doppio trapianto di braccia senza rigetto, succede negli Usa

Doppio trapianto di braccia senza rigetto, succede negli Usa

Negli Usa un soldato che ha perso tutti gli arti in Iraq è stato sottoposto a un doppio trapianto di braccia con una nuova tecnica anti-rigetto

Doppio trapianto di braccia senza rigetto, succede negli Usa

Si chiama Brendan Marrocco ed è uno dei soli 7 pazienti americani sottoposti a un doppio trapianto di braccia. E come se l’intervento non fosse già di per sé eccezionale, quello effettuato su Brendan dai Medici del Johns Hopkins Hospital di Baltimora è un trapianto che si avvale di un’innovativa tecnica anti-rigetto che dal dicembre 2012 (quando è stato eseguito) ad oggi ha permesso al paziente di non avere a che fare con complicazioni e di assumere dosi limitate di farmaci.

Marrocco è stato infatti coinvolto in uno studio per verificare l’efficacia della nuova terapia anti-rigetto. Prima dell’intervento al giovane sono state infuse delle cellule del midollo osseo prelevate dal donatore delle braccia. Questo accorgimento ha evitato sia il rigetto, sia l’insorgenza di infezioni o danni d’organo. Non solo, il nuovo approccio ha permesso ai medici di ridurre le dosi di farmaci anti-rigetto normalmente necessarie in casi di questo tipo.

Il ragazzo, un ex-soldato di 26 anni, nel 2009 ha perso sia le braccia, sia entrambe le gambe in seguito allo scoppio di una bomba in cui è rimasto coinvolto mentre prestava servizio in Iraq. Mentre le gambe sono state sostituite da protesi, per le braccia i medici hanno deciso di percorrere una strada molto più complicata. Il trapianto ha infatti previsto di intervenire allo stesso tempo sulle ossa, sui vasi sanguigni, sui muscoli, sui tendini, sui nervi e sulla pelle di entrambi gli arti. Secondo quanto si legge in una nota dell’ospedale,

si tratta della procedura di trapianto d’arto più estesa e complicata finora effettuata negli Stati Uniti.

Da parte sua, Brendan ha dichiarato di essersi trovato bene con le sue gambe artificiali, ma di non sopportare il fatto di non avere le mani.

Con le mani

ha spiegato il giovane

si parla, si fa tutto, fondamentalmente, con le mani e quando non le si ha si è come persi per un po’.

Via | Johns Hopkins Medicine
Foto | Flickr

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