Nuove pillole anticoncezionali in Francia si accende il dibattito sui rischi cardiovascolari
Polemiche e preoccupazioni sul fronte delle pillole contraccettive di terza e quarta generazione agitano la Francia in seguito ad alcune denuncie.
Dopo le innumerevoli polemiche sulle diverse “pillole del giorno dopo”, alle quali siamo ormai “un po’ abituati”, ecco che nell’occhio del ciclone ritorna la più “tradizionale” pillola contraccettiva, ormai parte integrante dei metodi anticoncezionali dai lontani anni ’60, a partire dai quali, complice il clima di librazione sessuale, si è diffusa dagli USA in tutto il mondo e anche in Italia, dove con la storica decisione dell 10 marzo 1971, la Corte Costituzionale ha abrogato l’articolo 553 del codice penale che vietava la produzione, il commercio e la pubblicità degli anticoncezionali.
Ma non sono buone nuove per la salute quelle che arrivano negli ultimi tempi dalla Francia. L’ondata di polemiche che ha fatto seguito alla denuncia di Marion Larat, giovane donna disabile al 65% a causa di un’ictus associato all’assunzione di una pillola ancticoncezionale commercializzata da un famoso marchio tedesco, non solo non sembra placarsi, ma sta spingendo anche le istituzioni ad interrogarsi e ad indagare in maniera approfondita per evitare un nuovo scandalo come quello del Mediator, non più commercializzato in molti Stati Europei per i suoi effetti nefasti sulla salute dei pazienti trattati.
Perché se i timori fossero confermati, cosa per la quale servirà ancora tempo ed appositi studi scientifici, la situazione sarebbe ben più grave, dato il tasso di diffusione del metodo contraccettivo e la serietà dei rischi cardiovascolari imputati. Nell’occhio del ciclone ci sarebbero prorprio le pillole più moderne, quelle di terza e quarta generazione, preferite da molte donne per gli effetti sulla diminuzione dell’acne e dei dolori mestruali. Un potente dibattito sta infatti scuotendo la Francia, in merito all’opportunità di intervenire dall’alto. Marisol Touraine, ministro della Salute d’oltralpe, aveva già annunciato in settembre che lo Stato non avrebbe più rimborsato l’utilizzo di queste pillole a partire dal 30 settembre 2013, data anticipata recentemente al 31 marzo, senza allarmismi, e anche la Haute autorité de santé (Has), autority pubblica indipendente della salute, non ha mancato di esprimere la propria preoccupazione.
Quel che è certo è che, in caso di sospensione della vendita, gli organismi preposti alle interruzioni di gravidanza temono un’impennata di attesa indesiderate e di conseguenza di aborti, già registrata nel 1995 in Gran Bretagna soprattutto tra le giovanissime e se i ginecologi, spesso accusati di pericolose vicinanze con le case farmaceutiche, sono stati invitati a raddoppiare la vigilanza, le stesse interessate sono chiamate in causa, perché un’approfondita conoscenza dei fattori di rischio e dei precedenti familiari resta uno dei modi migliori per analizzare correttamente la situazione e ricorrere, dove sia possibile, a pillole di precedente concezione. Uno scenario che dovrebbe interessare anche il nostro paese, nel quale la pillola può essere prescritta non solo dagli specialisti, ma anche dai medici di famiglia, in seguito ad un’indagine generale normalmente accompagnata da analisi del sangue che potrebbe farsi ancora più scrupolosa.
Nell’immagine primo piano di un blister delle prime pillole anticoncezionali disponibili su prescrizione. 1 settembre 1966. (Photo by Evening Standard/Getty Images)