Negli Stati Uniti presto in vendita il salmone geneticamente modificato
Secondo la Fda nessun dato scientifico ne prova la pericolosità, così il salmone geneticamente modificato finirà nei supermercati Usa
Avete in programma un viaggio negli Stati Uniti? Se così fosse e se siete contrari all’uso alimentare degli organismi geneticamente modificati fareste meglio a tenervi alla larga dal salmone. Presto, infatti, il mercato statunitense potrebbe avere a disposizione il salmone geneticamente modificato (gm), il primo animale gm ad essere messo in commercio nei supermercati della nazione nordamericana. La Food and Drug Administration (Fda), l’ente per la sicurezza alimentare negli States, ha infatti dato pochi giorni fa parere positivo sulla sua possibile commercializzazione. Non solo, una volta sugli scaffali il salmone gm non dovrà nemmeno essere etichettato per permettere al consumatore di scegliere tra la controparte naturale e quella ingegnerizzata.
Secondo la Fda, infatti, non esistono valide motivazioni scientifiche che giustifichino il divieto di commercializzazione di questa varietà gm, che non sarebbe pericolosa né per la salute dell’uomo, né per quella dell’ambiente. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e perché non metterebbe a rischio la natura.
Il nome della varietà di salmone in questione è AquAdvantage. A crearla è stata l’azienda AquaBounty Technologies, che grazie alle tecniche dell’ingegneria genetica è riuscita ad ottenere un pesce che raggiunge la taglia ideale per la commercializzazione in circa metà del tempo rispetto al classico salmone atlantico.
Dal punto di vista scientifico, il lavoro degli scienziati di AquaBounty è un piccolo capolavoro. I ricercatori hanno, infatti, sfruttato un gene presente in un’altra varietà di salmone (il salmone reale), la più grande che si possa pescare nelle acque dell’Oceano Pacifico. Questo gene, che porta le informazioni necessarie per produrre l’ormone della crescita, è stato messo sotto il controllo di un frammento di Dna appartenente al pesce ancora (una specie simile all’anguilla). Questa combinazione consente la produzione di ormone della crescita in grandi quantità e permette ad AquAdvantage di raggiungere le dimensioni desiderate dagli allevatori in 16-18 mesi, contro i 30 necessari al salmone atlantico per raggiungere le stesse dimensioni.
L’inserimento del Dna “estraneo” nel salmone, pesce dalle note proprietà benefiche per l’organismo, non comporterebbe nessun rischio per la salute umana. Per quanto riguarda, invece, l’ambiente, la sicurezza sarebbe garantita dal fatto che tutti gli esemplari sono femmine sterili e, quindi, non possono riprodursi né fra di loro, né con altre varietà di salmone “naturali”. Ulteriore garanzia di sicurezza è la collocazione degli allevamenti, che saranno autorizzati solo sulla terra ferma.
Naturalmente c’è chi già si oppone a tutto ciò. Alcuni, infatti, non si fidano delle garanzie date riguardo all’impossibilità per questi salmoni di fuggire in mare aperto ed accoppiarsi con le varietà selvatiche. D’altra parte c’è amche chi trova scorretto non permettere al consumatore di sapere se sta per acquistare pesce geneticamente modificato.
Gli esperti garantiscono che AquAdvantage ha lo stesso sapore, la stessa consistenza, lo stesso sapore e lo stesso odore del salmone che siamo abituati a trovare nei nostri piatti. Peccato che anche se l’ente confermerà la sua decisione sarà difficile trovare qualcuno che possa confermarlo: nessuno, infatti, saprebbe di averlo mangiato.
Via | The Independent
Foto | Flickr