Benessereblog Salute Cos’è la fibrillazione atriale e cosa fare quando è persistente

Cos’è la fibrillazione atriale e cosa fare quando è persistente

Cosa fare in caso di fibrillazione atriale e come riconoscerla

Cos’è la fibrillazione atriale e cosa fare quando è persistente

La fibrillazione atriale è un’aritmia cardiaca, che è determinata dagli atri del cuore. Se è tutto nella norma a livello del ritmo cardiaco, l’impulso che scaturisce dal nodo senoatriale provoca la contrazione del muscolo cardiaco, con il conseguente pompaggio di sangue. In caso di presenza di fibrillazione atriale, invece, gli impulsi elettrici danno vita a contrazioni degli atri non regolari, ma caotici e frammentari, con contrazioni non organizzate e non regolari.

Se non ci sono altre cardiopatie, la fibrillazione atriale non causa troppi danni al pompaggio del sangue, mentre in presenza di altre patologie legate al cuore, potrebbero esserci dei problemi. Se la fibrillazione atriale è persistente è dura a lungo nel tempo, potrebbero comunque esserci dei problemi legati alla corretta funzionalità ventricolare sinistra: si potrebbe provare più fatica durante gli sforzi e si potrebbe essere più soggetti ad ictus.

La fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia dopo l’extrasistolia. Nei paesi occidentali colpisce il 2 per cento della popolazione e aumenta con l’età, colpendo più gli uomini delle donne.

I sintomi della fibrillazione sono le palpitazioni, il battito irregolare, una sensazione di mancanza d’aria e anche svenimenti, oltre che astenia. In casi gravi e in presenza di cardiopatie può essere accompagnata anche da scompenso cardiaco.

In caso di presenza di questi sintomi, rivolgendovi al vostro medico, verrete sicuramente reindirizzati verso l’unico strumento che rileva tale patologia, ovvero l’ECG, che verificherà la presenza di fibrillazione atriale e il suo grado.

In caso di persistenza del disturbo, potreste ricevere una terapia che controlla la frequenza cardiaca con farmaci come la digitale, i betabloccanti, il verapamile. Con gli anticoagulanti si limiterà il rischio di embolia trombotica. Infine, in caso di danneggiamento ventricolare, si potrebbe ricorrere al pacemaker definitivo.

Via | Wikipedia

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