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Scoperto l’antidoto all’ipersonnia, aiuterà la Bella Addormentata?

La storia della ragazza americana costretta a dormire 18 ore di fila ha fatto il giro del mondo, ma una nuova ricerca riapre le speranze

Scoperto l’antidoto all’ipersonnia, aiuterà la Bella Addormentata?

Forse anche le speranze di Nicole Delian, la diciassettenne americana che ha occupato le cronache degli ultimi giorni a causa della malattia che la porta a dormire anche 18 ore al giorno, potrebbero riaccendersi alla notizia della scoperta di un antidoto all’ipersonnia, una condizione che porta chi ne soffre a dormire più di 70 ore alla settimana continuando ad avere problemi a svegliarsi e conducendo la vita quotidiana costantemente in preda al sonno.

Secondo quanto riportato sulle pagine di Science Translational Medicine, i ricercatori della Emory University di Atlanta hanno scoperto che nel fluido cerebrospinale di molti dei pazienti affetti da questo disturbo è presente una sostanza che agisce come una pillola per dormire e che il trattamento con flumazenil, un farmaco che contrasta l’azione delle benzodiazepine (molecole contenute in diversi medicinali contro l’insonnia), permette di risolvere il problema. Tuttavia, la scoperta nasconde un dettaglio molto curioso.

Secondo i ricercatori, infatti, la molecola responsabile dell’ipersonnia non agisce attraverso gli stessi recettori legati dalle benzodiazepine, ma come questi farmaci interferisce con l’attività del GABA (acido gamma amino butirrico), una molecola che inibisce la trasmissione dell’impulso nervoso. David Rye, autore principale della scoperta, ha spiegato:

stimiamo che in alcuni dei pazienti più gravi l’ampiezza dell’effetto stimolante il GABA sia circa equivalente a quello atteso in qualcuno che riceva una sedazione per una colonscopia.

L’esatta identità di questa molecola non è ancora stata svelata, ma alcune analisi preliminari fanno pensare che sia simile ad alcuni ormoni, fra cui l’ossitocina.

Anche la patologia da cui è affetta Nicole, la sindrome di Kleine-Levine, ricade nel gruppo delle ipersonnie ricorrenti. Non tutti i pazienti coinvolti negli studi di Rye e colleghi hanno risposto nello stesso modo al trattamento con flumazenil, forse perché il tipo di ipersonnia di cui soffrono è diverso. Chissà se il bacio che può tenere sveglia la “Bella Addormentata” americana è a base di questo antidoto.

Via | EurekAlert!
Foto | Flickr

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