Perdere il lavoro aumenta il rischio d’infarto
Tra i fattori di rischio dell'infarto Io stress derivante dalla perdita del lavoro è pericoloso quanto il fumo, la sedentarietà e l'obesità.
Perdere il lavoro è un duro colpo per tutti, ma i neodisoccupati di età compresa tra i 50 ed i 60 anni sono i più esposti al rischio di ripercussioni sulla salute cardiovascolare. Lo stress psicofisico della perdita del lavoro e della ricerca di un nuovo impiego, resa ancor più difficile dalla crisi e dalla non più giovane età, rendono infatti i soggetti che hanno varcato la soglia degli anta più a rischio di infarto.
A rivelarlo è un recente studio effettuato dai ricercatori statunitensi dalla Duke University. Gli autori hanno analizzato un campione di 13 mila persone per 20 anni, verificando un incremento del 27% del rischio di un attacco di cuore nei neodisoccupati, in particolare durante il primo anno di disoccupazione. Un aspetto interessante che è venuto a galla durante l’analisi dei dati è che chi invece ha lasciato volontariamente il posto di lavoro non correva maggiori rischi di problemi cardiaci.
Gli esperti sostengono che alla base dell’incremento del rischio d’infarto c’è lo stress che deriva dalla perdita inaspettata delle proprie sicurezza. Durante il periodo di osservazione dei pazienti, si sono registrati più di 1000 infarti con una tendenza inquietante.
Dopo aver eliminato gli altri fattori di rischio, la perdita del posto di lavoro è risultata infatti al primo posto tra le cause scatenanti un attacco di cuore, pericolosa quanto il fumo, l’obesità e la mancanza di esercizio fisico. Persino i pazienti affetti da diabete o da ipertensione risultavano avere meno attacchi di quelli che avevano recentemente perso il lavoro.
Inoltre l’effetto sembra cumulativo, nel senso che più lavori si perdono e maggiore è il rischio. I ricercatori hanno infatti notato un incremento del 63% del rischio di infarto nelle persone che avevano perso il lavoro 4 o più volte nel corso della loro vita.
Pensiamo che sia lo stress della lotta contro la disoccupazione a spiegare questo fenomeno. E, probabilmente, la perdita del posto di lavoro ha un effetto più forte di un lavoro stressante.
ha spiegato la dottoressa Linda George della Duke University, nel North Carolina. Per avere dati più certi, spiega la ricercatrice, ci sarà però bisogno di ulteriori studi.