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Si sveglia dal coma prima della donazione degli organi

Una ragazza di 20 anni si è svegliata dal coma poco prima che i medici procedessero all'espianto degli organi. Si è scatenata una bufera sui questo caso e i genitori hanno fatto causa all'ospedale danese.

Si sveglia dal coma prima della donazione degli organi

Stavano per dichiararla morta, ma Carina ha aperto gli occhi. Questa è una storia incredibile, che ha già sollevato numerose polemiche. Per fortuna per non ci sono stati errori medici irreparabili e ora questa ragazza e i suoi genitori possono raccontare l’esperienza vissuta. Carina si trovava in coma dopo un incidente e si è svegliata quando i medici erano sul punto di dichiararla cerebralmente morta e pronti all’espianto degli organi.

Secondo i medici dell’Aarhus Hospital danese, l’ospedale che ha curato la ragazza, c’è stato solo un errore di comunicazione e non di diagnosi: c’è una bella differenza tra coma e morte cerebrale. Per procedere all’espianto degli organi è necessario attendere sei ore per verificare lo stato di morte encefalica e Carina si è svegliata quasi al termine di questa fase di osservazione.

Il coma è uno stato che ancora riesce a stupire interi staff medici e che spesso viene definito ritorno alla vita. Ora la giustizia dovrà accertare gli eventi ma pare che i dottori stessero semplicemente preparando i genitori alla possibilità di espiantare, quando la ragazza si è svegliata. Il padre, ovviamente, non è totalmente convinto e ha già dichiarato il desiderio di andare in fondo a questa storia.

La famiglia ha deciso di citare in giudizio l’Aarhus Hospital e di chiedere i danni, mentre l’avvocato dei Melchior, Nils Fjeldberg, ha raccontato alla stampa che la ragazza gli ha più volte domandato se i medici volessero ucciderla. Lo scopo? Ovviamente avere un donatore di organi in tempi stretti. L’intenzione ovviamente non è quello di uccidere una persona per salvarne un’altra, semmai visti i tempi stretti c’è il dubbio che abbiano lavorato con superficialità. I dottori dell’ospedale sostengo l’errore di comunicazione: la ragazza non era ancora stata dichiarata pronta all’espianto, ma il quadro clinico li aveva portati a decidere di staccare il respiratore. Dove starà la verità?

Via| Corriere
Foto| Getty Images

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