Diabete e obesità, scoperto un nuovo farmaco brucia-grassi?
Un nuovo studio ha identificato le molecole che permettono di bruciare più grassi a chi soffre di diabete di tipo 2 e di obesità
Scoperto un nuovo possibile farmaco per il trattamento di diabete e obesità: secondo uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes, i cosiddetti “inibitori delle istone deacetilasi (HDAC) di classe I”, molecole già note per il loro coinvolgimento nella regolazione dell’espressione dei geni, migliorano i problemi metabolici tipici di questa patologia, aiutando a bruciare i grassi.
A condurre la ricerca è stato un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, dell’Università “La Sapienza” di Roma e dello Scripps Research Institute (La Jolla, Stati Uniti), coordinati da Maurizio Crestani e da Emma De Fabiani.
L’azione delle HDAC si basa sulla capacità di questi enzimi di indurre cambiamenti nella conformazione del DNA che, a loro volta, influenzano l’espressione dei geni. Questi cambiamenti nel DNA sono sensibili a stimoli ambientali e nutrizionali. Allo stesso tempo, è noto che la regolazione dei cambiamenti nella conformazione del DNA è compromessa in diverse malattie metaboliche, inclusi obesità e diabete di tipo 2.
Per questo motivo gli autori dello studio pubblicato su Diabetes hanno deciso di verificare se fosse possibile migliorare il metabolismo di chi soffre di diabete di tipo 2 agendo sull’attività di questi enzimi. Per farlo hanno trattato le cellule del tessuto adiposo, coinvolte nelle alterazioni metaboliche tipiche del diabete, con una molecola in grado di bloccare l’attività delle HDAC, dimostrando che in questo modo è possibile aumentare l’espressione di un gene che, a sua volta, consente alle cellule di bruciare più grassi.
In un secondo esperimento gli scienziati hanno dimostrato che gli inibitori delle HDAC di classe I hanno lo stesso effetto sui muscoli e sul tessuto adiposo di topi diabetici e obesi. Infatti gli animali trattati con queste molecole bruciano più energie. Le conseguenze di questo effetto sono la riduzione del peso corporeo e dei livelli di glucosio e di insulina.
Crestani e De Fabiani hanno commentato la scoperta spiegando che
questo lavoro mette in evidenza il ruolo centrale delle istone deacetilasi per la regolazione delle funzioni cellulari del metabolismo alterate nell’obesità e nel diabete di tipo 2.
Secondo Antonello Mai, coautore della ricerca,
riuscire a sintetizzare una molecola che agisca in modo selettivo solo su questi specifici enzimi aprirebbe la strada alla messa a punto di nuove terapie: è precisamente in questa direzione che intendiamo proseguire i nostri studi.